Un caso molto particolare, quello dello streamer Jesse Keighin, noto online come EveryGameGuru, il quale è finito ufficialmente nel mirino di Nintendo per la presunta diffusione illegale di giochi per Nintendo Switch tramite emulazione e streaming non autorizzato. L’azienda ha recentemente avviato un’azione legale contro di lui, e secondo quanto riportato nella causa, Keighin avrebbe trasmesso contenuti piratati di giochi Nintendo, inclusi titoli ancora non rilasciati, almeno 50 volte negli ultimi due anni. L’accusa sostiene inoltre che lo streamer abbia promosso l’uso di emulatori come Yuzu e Ryujinx, offrendo al pubblico link per accedere a copie piratate di giochi Switch e fornendo indicazioni per utilizzarli sui propri PC, evitando così l’acquisto della console originale.
Nintendo ha seguito attentamente l’attività di Keighin, osservando le sue trasmissioni su diverse piattaforme come YouTube, Twitch, Discord, e Kick. Nonostante i frequenti interventi per far rimuovere i suoi canali o contenuti, Keighin ha proseguito la sua attività creando canali alternativi e continuando a promuovere la pirateria, arrivando persino a prendere in giro Nintendo direttamente via email. Il 24 ottobre 2024, dopo una nuova rimozione dei suoi canali su alcune piattaforme, Keighin avrebbe dichiarato a Nintendo di avere “migliaia di canali di riserva” e di “poter fare questo tutto il giorno,” sottolineando un atteggiamento di sfida verso la casa di Kyoto, la quale evidentemente non è stata a guardare.
Un affronto da quasi 7,5 milioni di dollari in danni
La decisione di Nintendo di intraprendere un’azione legale contro Keighin va oltre le semplici richieste di cessazione e rimozione che spesso vengono adottate contro violazioni di copyright. La causa è in parte dovuta al danno causato dalla trasmissione di giochi inediti, che ha compromesso il lancio e la promozione di titoli chiave come Mario & Luigi: Brothership, trasmesso da Keighin prima della sua uscita ufficiale. Questi contenuti non autorizzati influenzano negativamente le vendite e l’esclusività che Nintendo cerca di preservare durante il periodo di lancio, facendo leva sull’entusiasmo del pubblico per attirare nuovi acquirenti.
Keighin non solo ha trasmesso giochi piratati, ma ha anche usato i suoi streaming per ricevere donazioni tramite CashApp dopo la chiusura del suo canale YouTube monetizzato. Questa strategia di raccolta fondi, insieme alla diffusione di emulatori e giochi piratati, ha aggravato ulteriormente la posizione legale dello streamer. Se Nintendo riuscirà a ottenere i 150.000 dollari per ogni violazione di copyright richiesta, l’importo totale dei danni potrebbe superare i 7,5 milioni di dollari. Nintendo ha dimostrato con questo caso una posizione inflessibile contro la pirateria, sottolineando l’impegno dell’azienda nella protezione dei suoi contenuti e dei suoi profitti.
L’azione legale di Nintendo non rappresenta un evento isolato: la casa giapponese è infatti nota per la sua rigida politica anti-pirateria, che spesso si manifesta in procedimenti legali e richieste di rimozione di emulatori dalle piattaforme. Questo caso specifico di Keighin rappresenta tuttavia un esempio estremo di sfida aperta alle norme di copyright e potrebbe segnare un precedente significativo per altri creatori di contenuti e piattaforme di streaming che ospitano contenuti piratati.