La COP29 a Baku, in Azerbaijan, si è aperta con l’uscita di scena degli Stati Uniti, che non darà dunque il suo contributo all’evento delle Nazioni Unite dedicato alla lotta al cambiamento climatico. Ma c’è già un paese che è pronto a riempire il vuoto lasciato dalla superpotenza con l’economia più grande e inquinante al mondo: il Regno Unito.
Il Regno Unito si prepara a prendere il posto degli USA alla COP29
Rappresentato dall’attuale primo ministro Keir Starmer e dal segretario dell’energia Ed Miliband, il Regno Unito si è detto pronto a intensificare i suoi sforzi nella lotta al riscaldamento globale lo scorso 7 novembre. Miliband ha dichiarato che tra tutte le iniziative messe in campo, gli investimenti sulle energie rinnovabili hanno un ruolo cruciale e prioritario, e che il Regno Unito deve diventare una superpotenza dell’energia pulita per mantenere al sicuro tutto il popolo britannico.
Quest’anno il riscaldamento globale ha presentato conseguenze disastrose per il nostro pianeta, e purtroppo pare che non accenni a fermarsi. La mancanza degli Stati Uniti minaccia di molto gli sforzi della COP29, ma il presidente Joe Biden non è l’unico grande assente. All’evento non si sono recati nemmeno la presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Layen e il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula de Silva, che hanno mandato come Biden giusto dei rappresentanti, e mancano completamente anche Cina, Giappone, Australia e Messico.
L’elezione di Trump è una pessima notizia per il clima
Adair Turner, presidente del think tank Energy Transitions Commission, ha dichiarato che il risultato delle recenti elezioni statunitensi è una pessima notizia per il clima, in quanto gli Stati Uniti non faranno ulteriori azioni a favore del clima oltre all’Inflation Reduction Act, che prevedeva la spesa di miliardi di dollari per l’energia pulita.
Donald Trump firmerà il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi nel giorno in cui si insedierà nuovamente alla Casa Bianca. Il presidente rieletto si era già ritirato dall’accordo durante il suo primo mandato, ma il suo successore Joe Biden ci era rientrato nel 2020.
Alla COP29 saranno comunque presenti il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e i leader di circa un centinaio di paesi, di cui la maggior parte sono in via di sviluppo. Fra gli obiettivi dell’evento c’è quello di raccogliere trilioni di dollari entro il 2035 per ridurre le emissioni di gas serra e affrontare le condizioni meteorologiche più estreme.