Tantissimi giocatori di Call of Duty Warzone e Modern Warfare 3 possono tirare un sospiro di sollievo ora che Activision ha finalmente risolto una falla significativa nel suo sistema anti-cheat Ricochet. Il bug in questione permetteva di sfruttare una vulnerabilità per far bannare ingiustamente altri giocatori. A seguito della risoluzione, Activision ha voluto rassicurare la community spiegando che il problema ha coinvolto solo una “piccola percentuale” di utenti e che si sono adoperati per sbannare coloro coinvolti.
Tuttavia, secondo zebleer, fondatore della piattaforma Phantom Overlay, il problema era ben più diffuso e pericoloso di quanto ammesso dal publisher. In particolare, l’exploit consentiva a chiunque, semplicemente digitando una frase nella chat di gioco, di far bannare permanentemente un avversario. Si tratta di un problema dalla gravità elevata, in quanto è stato messo in mano agli utenti uno strumento che dovrebbe essere gestito soltanto dai responsabili del gioco.
La questione diventa ancora più assurda quando si scopre come funzionava il trucco: era sufficiente inserire in chat un messaggio simile a “Nice Trigger Bot dude!” per attivare il meccanismo di ban. Questo perché Ricochet, tra le varie sue funzionalità, scansiona la memoria del PC alla ricerca di firme di cheat come quella per i “Trigger Bot”. Scrivendo questa particolare stringa di testo, il sistema interpretava erroneamente la presenza di un cheat, bannando automaticamente il giocatore segnalato. Nonostante Activision minimizzi l’impatto dell’exploit, dichiarando che il numero di giocatori colpiti sia esiguo, zebleer ritiene che le conseguenze siano state molto più ampie, specialmente sulla scena dei content creator.
Content creator di Call of Duty presi di mira
Tramite tecniche di stream sniping, tanti streamers e content creator della community sono stati presi di mira, venendo anch’essi bannati ingiustamente. Secondo il fondatore di Phantom Overlay, coinvolti nell’utilizzo illecito di questo exploit ci sono numerosi streamer di rilievo nella scena dell’esport. Uno degli esempi più noti è quello di BobbyPoff, popolare streamer di Call of Duty, che è stato bannato il 3 ottobre a causa dell’exploit, solo per essere riammesso pochi giorni dopo.
Il ban ha scatenato un’ondata di critiche ingiuste verso BobbyPoff e altri creatori di contenuti, che sono stati accusati di utilizzare cheat per ottenere visibilità e successo. Va bene che Activision abbia risolto il problema, ma purtroppo non è stato fatto prima che la reputazione di alcuni streamer venisse compromessa. Resta, dunque, il dibattito su quanto l’azienda fosse consapevole della gravità del problema prima che colpisse alcuni dei nomi più noti del panorama streaming.
L’exploit di Ricochet dimostra quanto sia complesso mantenere un ambiente di gioco sicuro e corretto, e quanto velocemente un bug possa degenerare se sfruttato a dovere. Sebbene la soluzione sia stata implementata, i danni collaterali per la community restano un monito per il futuro, con gli streamer che ne hanno ingiustamente pagato le conseguenze per ben 2 volte e che ora devono riguadagnarsi la fiducia, pur essendo innocenti.