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Alessandro Barbero va in pensione: “Non voglio sprecare il mio tempo dietro la burocrazia”

Il noto storico e accademico Alessandro Barbero ha preso la decisione di ritirarsi ufficialmente dal suo ruolo di professore presso l’Università del Piemonte Orientale, andando quindi in pensione. Tuttavia non sono mancate alcune sue critiche sui motivi che lo hanno spinto a lasciare il posto. In un’intervista a La Stampa, ha espresso il suo disappunto per la crescente burocratizzazione del lavoro universitario, una delle ragioni principali che lo ha spinto a ritirarsi al punto da essere definita “una perdita di tempo“. Secondo Barbero, la trasformazione del docente in una sorta di “capo ufficio” ha reso il mestiere molto più complicato e distante dalle attività centrali di insegnamento e ricerca, che erano sempre state il suo fulcro.

Alessandro Barbero ha lavorato per anni in un ambiente che considera ideale per la ricerca, elogiando l’Università del Piemonte Orientale per il suo equilibrio tra dimensioni e qualità degli studenti. Riflettendo sui suoi anni da docente, ha osservato che, nonostante le differenze generazionali, l’intelligenza e la passione per la ricerca sono rimaste costanti. Tuttavia, ha notato una maggiore fragilità tra i giovani d’oggi, probabilmente causata dall’incertezza riguardo al futuro e le prospettive lavorative, spunti che andrebbero presi in analisi con molta più attenzione.

alessandro barbero docente

Alessandro Barbero difende le discipline umanistiche

Un tema importante trattato nell’intervista è la narrazione secondo cui i laureati in discipline umanistiche sarebbero destinati alla disoccupazione. Alessandro Barbero ha categoricamente smentito questa idea, affermando che molti dei suoi studenti trovano lavoro, soprattutto nell’ambito dell’insegnamento. Tuttavia, ha riconosciuto che, in un contesto universitario sempre più aziendalizzato, i dipartimenti umanistici offrono meno opportunità di collaborazioni con l’economia locale, trovandosi così svantaggiati rispetto ad altre discipline.

Barbero ha difeso con forza l’importanza delle discipline umanistiche, sottolineando il loro ruolo fondamentale nello sviluppo della società. Definendole “il lievito che fa crescere le nuove generazioni,” ha ribadito che la loro importanza va oltre le immediate prospettive economiche, contribuendo al benessere sociale e culturale delle future generazioni. Alla fine di tutto, la sua pensione è il segnale della fine di una brillante carriera accademica, ma lascia una riflessione profonda sul ruolo del docente e il valore delle scienze umanistiche nel panorama universitario attuale.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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