C’è un intenso dibattito in corso nel Governo con al centro una proposta davvero particolare riguardante l’allineamento delle accise sul Diesel rispetto alla benzina. Il Governo ha chiarito che non è previsto un aumento diretto del carico fiscale sul gasolio, ma si sta studiando una rimodulazione delle accise per bilanciare il trattamento fiscale tra i due combustibili.
Questo intervento tiene conto delle raccomandazioni europee sui sussidi ambientali dannosi (SAD), che suggeriscono di eliminare le agevolazioni fiscali in settori che impattano negativamente sull’ambiente, come il diesel. Tuttavia, la proposta di “allineamento” potrebbe tradursi in un rincaro significativo per i consumatori, nonostante non ci sia un semplice innalzamento delle accise.
Impatti economici e conseguenze del possibile aumento
Secondo le stime dell’Unione Energie per la Mobilità (Unem), l’allineamento delle imposte sul consumo potrebbe comportare un aumento del prezzo del diesel di circa 13,5 centesimi al litro, se equiparato alla benzina. Questa differenza fiscale sarebbe determinata dalla componente dell’Iva, attualmente al 22%, applicata sul prezzo industriale maggiorato delle accise. Per una famiglia italiana media, questo significherebbe un aumento della spesa di circa 70 euro all’anno, con un impatto complessivo sul mercato stimato in quasi 2 miliardi di euro annui.
Le conseguenze non si fermano qui: l’ipotetico aumento potrebbe colpire duramente il settore del trasporto merci e passeggeri. In particolare, i mezzi pesanti che non rientrano nelle agevolazioni fiscali oggi previste, come quelli inferiori a 7,5 tonnellate o quelli di vecchia generazione (ante Euro V), vedrebbero un aumento dei costi di gestione, che potrebbe riversarsi sui consumatori finali attraverso l’aumento dei prezzi dei beni trasportati.
Unem ha pertanto sollecitato il Governo a considerare una riforma fiscale che tenga conto non solo delle imposte sui combustibili fossili, ma anche dei biocarburanti. Questi, valorizzati nell’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), sono ancora tassati come i combustibili fossili, pur rappresentando un’alternativa più sostenibile dal punto di vista ambientale. L’eventuale aumento potrebbe avere un impatto rilevante per le famiglie e il settore dei trasporti, rendendo necessaria una revisione complessiva della fiscalità energetica.