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Google contro Piracy Shield: il colosso commenta le decisioni del governo sulla legge antipirateria

I cambiamenti promossi in Camera e Senato riguardante la legge anti-pirateria stanno facendo discutere in questi giorni, soprattutto perché nell’ultimo testo del decreto Ombinbus si paventa la possibilità che Piracy Shield possa colpire indisturbata anche gli indirizzi IP di siti che con lo streaming pirata non hanno proprio niente a che fare, come successo anche negli scorsi mesi.

Il governo poi vuole che sia le VPN che i DNS rimuovano entro 30 minuti tutti gli indirizzi IP sospetti, fornendo anche al contempo la prova della loro possibile innocenza. Il governo prevede addirittura una pena di un anno di carcere se mancano anche solo una notifica. Una pretesa a dir poco assurda, anche solo per il gran numero di segnalazioni che arrivano giornalmente per siti sospetti, e persino un colosso come Google ha accettato la cosa senza dire nulla.

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Google si esprime sulle decisioni del governo e incita un ulteriore cambiamento

Qualche giorno fa Diego Ciulli, Head of Giovernment Affairs and Public Policy di Google Italia, ha scritto un post di dissenso su LinkedIn in cui considera ciò che è previsto dal governo come totalmente controproducente, perché si rischia di ingolfare le autorità e di indebolire la lotta alla pirateria:

Sotto l’etichetta di “contrasto alla pirateria”, ieri il Senato ha approvato una norma che obbliga le piattaforme digitali a comunicare all’autorità giudiziaria tutte le violazioni di diritto d’autore – presenti, passate e future – di cui vengano a conoscenza. Lo sapete quante sono nel caso di Google? Al momento, 9.756.931.770. Insomma, il Senato ci chiede di inondare l’autorità giudiziaria di quasi 10 miliardi di URL – e prevede il carcere se manchiamo una sola notifica. Se la norma non viene corretta, il rischio è di fare il contrario dello spirito della legge: ingolfare l’autorità giudiziaria, e togliere risorse alla lotta alla pirateria“.

Google

C’è ancora tempo prima che le modifiche approvate diventino effettivamente legge, e si spera che il dialogo recentemente aperto tra l’AGCOM e Google spinga il governo a cambiare nuovamente alcuni passaggi per non incappare nello scenario dichiarato nel post di Ciulli.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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