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Chiara Ferragni: la chiusura delle indagini per truffa aggravata del caso Balocco, oltre 2 milioni di “Ingiusto profitto”

In queste ultime ore, la Procura di Milano ha ufficialmente chiuso le indagini preliminari per truffa aggravata nei confronti di Chiara Ferragni e altre tre persone, accusate di aver tratto un profitto ingiusto tramite campagne pubblicitarie ingannevoli legate al Pandoro Balocco Pink Christmas e alle Uova di Pasqua Chiara Ferragni, vendute tra il 2021 e il 2022. Le indagini, iniziate agli albori del 2024, sono state un caso particolarmente curato dai media negli ultimi mesi, con numerose evoluzioni al riguardo, come per esempio l’accordo da 1.2 milioni con l’antitrust.

L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e coordinata dal pm Cristian Barilli, punta il dito contro un sistema che avrebbe indotto i consumatori a credere che parte dei proventi delle vendite fosse destinata a iniziative benefiche, quando in realtà gran parte dei guadagni è rimasta alle società coinvolte.

Secondo le accuse riportate da il Corriere, il marketing delle campagne sarebbe stato strutturato in modo tale da ingannare i consumatori, facendo credere loro che acquistando i prodotti avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, già effettuata mesi prima da Balocco. L’influencer, insieme agli imprenditori Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, è accusata di aver tratto un profitto di oltre 2 milioni di euro sfruttando questa presunta beneficenza.

Chiara Ferragni con il suo balocco speciale in mano

Il futuro del caso e la difesa di Chiara Ferragni

Ora, con la chiusura delle indagini, Ferragni e gli altri indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. La difesa dell’imprenditrice, guidata dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, ha ribadito che non ci sarebbero profili penali rilevanti nella vicenda e che tutto è già stato affrontato in sede Agcm, dove Chiara Ferragni ha già pagato una sanzione di 2 milioni di euro. I difensori si dicono pronti a collaborare con i Pubblici Ministeri per far emergere l’innocenza della loro assistita.

Nonostante la fiducia nella magistratura e la volontà di chiarire la propria posizione, Chiara Ferragni si trova comunque in una situazione complessa. Il Codacons ha già anticipato che, qualora si arrivasse a un processo, i consumatori che hanno acquistato i prodotti potrebbero costituirsi parte civile per chiedere un rimborso, anche se si tratterebbe di una somma esigua (circa 3 euro a persona), richiedibile solo con scontrino alla mano. Resta da vedere se la Procura deciderà di archiviare il caso o richiedere il rinvio a giudizio. Tuttavia, la vicenda evidenzia l’importanza della trasparenza nelle campagne benefiche, soprattutto quando si tratta di figure pubbliche e influenti come Chiara Ferragni.

Chiara Ferragni

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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