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Joker: Folie à Deux, la nostra recensione – Dietro la maschera del Joker

Todd Phillips e Joaquin Phoenix tornano in sala per riportare sullo schermo il loro Joker, o meglio Arthur Fleck, apprezzatissimo già nel 2019, al punto da spingere la pellicola oltre il miliardo di dollari.
Questa volta, però, non sono da soli: nell’atteso sequel Joker: Folie à Deux farà la sua comparsa la nuova incarnazione del personaggio di Harley Quinn, con il volto di nientemeno che Lady Gaga.

Il nuovo capitolo dedicato al celebre avversario di Batman arriverà nelle sale italiane a partire dal 2 Ottobre. Noi abbiamo potuto vedere il film in anteprima, e possiamo dirvi cosa ne pensiamo.

Joker

Tra Joker e Arthur

Diciamolo chiaramente: Joker (2019) non aveva bisogno di un sequel. Era una bella storia, con il suo inizio e la sua conclusione e che, probabilmente, non aveva molto altro da raccontare. Tuttavia, il successo della pellicola ha portato la produzione a valutare l’idea di un seguito, e Joker: Folie À Deux si è concretizzato.
Difficile non pensare a quando Todd Phillips si è riferito alla sua opera definendola “estranea alle politiche classiche dei cinecomics” e definendolo un prodotto di genere “diverso da tutti gli altri”. A prima vista, avendo accettato di dirigere un sequel, pare che possa essere stato inglobato da tutte quelle dinamiche che rifuggiva 5 anni fa. Con uno sguardo più attento, invece, possiamo notare che il regista è riuscito a rimanere fedele a sé stesso.

Il discorso di Joker: Folie à Deux è metatestuale. Un sequel, sì, ma specificatamente indirizzato a chi, del primo film, non aveva apprezzato la trasposizione del personaggio, a chi lo definiva troppo lontano dai fumetti, superfluo senza il suo antagonista incappucciato, a chi afferma tuttora “non è un film sul Joker”, screditandolo. In parte dandogli ragione, in parte dandogli torto, Phillips si interroga sull’identità del suo personaggio. È Arthur Fleck a diventare Joker? È Joker a liberarsi della maschera di Arthur Fleck? I due coesistono? Si alternano? Quante personalità abitano in quel corpo? Qual è quella vera? Chi è più importante?
E nell’accezione metacinematografica del film, la domanda è “avete guardato un film su Joker, o un film su Arthur Fleck?”

Joker che ride

Sullo sfondo di un legal drama dall’affermata vena musicale, accompagnamo Arthur in cerca delle risposte a tutte queste domande. Risposte che arrivano, senza dubbio, ma che perplimono nella loro risoluzione, causa una gestione impari dei tempi del racconto. Tanti eventi sarebbero stati più accattivanti se piazzati prima o dopo rispetto a quando si sono effettivamente svolti (la ri-comparsa del Joker, ad esempio, risulta tardiva).

Rimane comunque ben trattato, salvo varie incertezze sul finale, il personaggio principale. Non risulta carismatico come nel capitolo precedente, non è impattante allo stesso modo, ma ancora una volta la regia riesce a valorizzare la sua natura complessa, una natura che fugge da sé stessa.

La maschera del Joker

I temi trattati sono svariati: si parla di nuovo di una società ingiusta (stavolta nel mondo degli abusi di potere), si critica il mondo dello spettacolo (i riferimenti al “processo del secolo” Depp – Heard sono evidentissimi) e Joker si fa di nuovo promotore del pensiero anarchico di una parte della società. C’è tanta carne al fuoco, e su tutto sembra spiccare il motivo della maschera.

Joker si interroga su chi è, e mentre lo fa innumerevoli voci attorno a lui tentando di spingerlo in una direzione, piuttosto che verso un’altra (il personaggio di Lady Gaga, che tratteremo dopo, è fondamentale in questi termini), portando Arthur a rimbalzare tra le varie rappresentazioni che ha di sé stesso.

Joker

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Joker è un eroe? È un cattivo? Un antieroe? È necessario? Va estirpato? Si è generato o il mondo lo ha creato? Anche in questo, pur perdendosi nuovamente nella ricerca di una vera identità, il film trova una risposta. Anzi, molteplici risposte. Starà allo spettatore identificarsi nella propria. Purtroppo a venire meno è una direzione forte, un filo che lega il tutto, e per quanto gli stimoli siano numerosi, la risoluzione rimane sfumata.

Harley e Joker on stage

Grande novità del film è Lady Gaga nelle vesti di Harley Quinn, personaggio nato nella serie di Bruce Timm Batman: The Animated Series e reso noto sullo schermo grazie all’interpretazione di Margot Robbie.
Del rapporto malato tra Joker e Harley si potrebbe raccontare molto, si potrebbe esplorare la loro relazione contorta e di sottomissione, si potrebbe spaziare nei reami dell’ossessione.

Eppure, Phillips opta per un’altra strada: Harley Quinn altro non è che la personificazione del “credo” che Joker ha generato nel primo film, il volto di quella parte del popolo che si è legata alla maschera del Joker inseguendo quel falso ideale di libertà che sembrava veicolare.

Joker Harley Queen Lady Gaga

Viene da chiedersi se fosse un personaggio necessario. La sua importanza nella pellicola è ridotta, i suoi intenti, che sembrano sempre sul punto di volersi evolvere in qualcosa di più, sono liquidati in maniera facile e veloce. Impersona, tornando al metacinema, il pubblico ossessionato da Joker.
Ma in mezzo alle vicende legali che riempiono la pellicola, la cosa si perde e passa spesso in sordina.

Con Harley Quinn viene introdotta anche la componente musicale, che si rifà al musical cinematografico anni 50. Visivamente ineccepibile come gran parte del film (complici costumi e scenografie), ma poco memorabile e, soprattutto, non sempre utile all’avanzamento nella narrazione.
Impossibile, a questo punto, non etichettate Harley Quinn come un grande neo di un film di per sé abbastanza incerto.

Conclusioni

Joker: Folie à Deux è un film interessante. In qualcosa riesce, in altro purtroppo no, ma non si può dire che non sia un film che vuole raccontare qualcosa, che tenta di lanciare un messaggio e che, più o meno volentieri a seconda della sensibilità di ciascuno, si lascia guardare. Come detto, i temi trattati sono tanti e sicuramente stimoleranno il pensiero di vari spettatori, ma le fila vengono tirate in maniera spesso non molto chiara: fatica a trovare un’identità. Lodevole visivamente e ancora una volta Phoenix è superbo. Purtroppo, il capitolo precedente era già parecchio esaustivo e, nel sequel, il senso di ridondanza si sente.

In coda, vi lasciamo il trailer di Joker: Folie à Deux.

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