Nel mondo degli sparatutto, seppur esistano numerosissime realtà, ancora oggi non è stato trovato ufficialmente un rivale di Call of Duty, considerando la longevità e la continuità di questa serie. Tempo fa, però, la situazione era diversa, con il franchise di Battlefield che doveva essere il candidato principale per dare filo da torcere al prodotto di Activision, ma purtroppo non è riuscito a mantenere alto il livello di qualità e soprattutto non è stato al passo con le uscite.
Dopo essersi persi un po’ per la strada, adesso è arrivato il momento di ripartire e riprendersi un posto tra i grandi del genere. Per questo motivo recentemente Vince Zampella, il grande capo del franchise, ha confermato diverse indiscrezioni che giravano sul web di questi tempi, legate al nuovo titolo di Battlefield. In un’intervista esclusiva di Insider Gaming, è stato scoperto che il nuovo capitolo sarà ambientato tra il 2027 e il 2030, con una campagna che ruota attorno a un esercito privato che si scontra con la NATO, con numerose ambientazioni su cui si terranno le missioni e le battaglie.
Torneranno le iconiche battaglie da 64 giocatori, il classico sistema delle quattro classi e, in generale, il gioco adotterà un approccio più “back to basics”, un ritorno alle origini che i giocatori veterani hanno desiderato a lungo. Ma oltre a questa identità classica, ci sarà un’altra novità interessante, ora confermata: Ripple Effect, uno studio satellite di Battlefield, è al lavoro su una “nuova esperienza” che, secondo il portale, sarà la versione Battle Royale gratuita del gioco, in risposta al modello di successo di Call of Duty: Warzone. A far da teatro di questa modalità, probabilmente ci saranno gli Stati Uniti, idealmente in una regione tropicale con la sua storia e il suo posto nel quadro completo del gioco.
Dettagli sul multigiocatore del nuovo Battlefield
La cosa che forse interessa maggiormente gli utenti è la componente multigiocatore, dove i numeri sono alquanto promettenti. Si stimano almeno 45 armi al lancio, più del doppio rispetto a Battlefield 2042, e 10 mappe, in linea con i capitoli più apprezzati della serie. Un’altra novità rilevante riguarda la distruzione degli ambienti, che subirà un aggiornamento sostanziale. Sebbene non sia confermato il ritorno della “levolution” (la distruzione su larga scala), diverse fonti parlano di una meccanica di distruzione basata sui calibri delle armi, simile a quanto visto in Rainbow Six Siege.
Le novità non finiscono qui: saranno introdotti cambiamenti nel sistema di movimento, come la possibilità di spostare i compagni caduti, probabilmente per rendere l’esperienza Battle Royale ancora più coinvolgente. Questo fa parte di una strategia più ampia chiamata “Battlefield moments”, che punta a riportare quelle epiche situazioni di gioco che hanno reso la serie iconica. Per l’intera nuova esperienza, il General Manager, Bryon Beede, ha rivelato che ci saranno test interni quasi quotidiani, come è avvenuto per oltre un anno.
Inoltre ci sarà una fase di testing su larga scala che coinvolgerà la community a partire dall’inizio del prossimo anno. Questo potrebbe indicare il ritorno del Battlefield CTE (Community Test Environment), che ha contribuito al successo dei capitoli passati come Battlefield 1 e Battlefield 4. Resta solo da scoprire quale sarà il nome ufficiale del prossimo titolo, con il team che sta ancora valutando se chiamarlo semplicemente “Battlefield” per testimoniare questo ritorno alle origini, o se aggiungere un 6 per seguire la numerazione. Dei sondaggi di larga scala tra i giocatori potrebbero presto darci la risposta definitiva.