Agatha All Along arriva finalmente sui nostri schermi, creato dalle stesse menti che avevano ideato WandaVision, i cui strascichi sono alla base delle premesse di questa serie. Disney ci ha dato l’occasione di immergerci con un po’ di anticipo nelle atmosfere magiche e surreali della (non poi così) ridente cittadina di Westview. Vediamo insieme se gli ingredienti della pozione, mescolati dovere, hanno dato i loro frutti e si è creata la magia.
Iniziando dai primi due episodi, quelli che i telespettatori potranno vedere a partire di oggi, ci troviamo di fronte a un buon prodotto che in poco più di 80 minuti complessivi mette a schemo una varietà e commistione di generi: si passa dal poliziesco, al musical, con contaminazioni fantasy e thriller.
Il timing è azzeccato, la fotografia non da meno (anche se alcune scene sono veramente troppo buie, tanto da rendere quasi difficoltoso capire cosa succede a schermo sotto determinate condizione di luce e riflessi); le scenografie e i costumi sono sicuramente il pezzo forte della serie, e si vede che la produzione ha puntato tantissimo su questi aspetti. Meritevole la sequenza dei credits, ma riguardo questo tema Marvel non ha quasi mai deluso. Nota di merito assoluta la performance di Kathryn Hahn, in grado di regalare ottime interpretazioni in tutte le varie incarnazioni del suo personaggio e che offre una buona prova in tutti i sopraccitati differenti generi, sia in solitaria, sia quando interagisce con gli altri personaggi, Joe Locke e Aubrey Plaza su tutti.
Andando oltre, con i restanti due episodi che sono stati messi a disposizione della stampa, si continua con i temi e con i toni che sono stati introdotti nei primi due, e si percepisce quello che, almeno apparentemente, sarà il leitmotiv della serie. A onor del vero Agatha All Along non tradisce mai le aspettative e fin dal primo momento non fa mistero delle ambizioni e dello scopo della protagonista e dei comprimari che hanno il pregio di essere sapientemente variegati anche se, per ora, poco esplorati, a differenza della tematica queer della serie, che fin dall’inizio ha avuto un ruolo predominante. Ma infondo anche gli stessi attori ci avevano avvisato a riguardo.
Ad essere poco esplorati sono, per quello che c’è stato permesso di vedere, anche gli antagonisti della serie. Benché vengano introdotti,e anche mostrati, arrivati a quasi metà, si ha come la sensazione di saperne poco (o di essere anche fuoristrada, visto che vengono fatti dei riferimenti che per quanto non possono essere casuali, sembrano più degli easter egg che lasciano il tempo che trovano, il cui unico scopo è quello di strizzare l’occhio ai fan in piena ottica fan service, o addirittura depistare).
Il rischio più concreto è quello che si verifichi nuovamente un modus operandi che è ormai tristemente noto per le serie TV recenti dell’universo Marvel. Un inizio scoppiettante con un finale rushato e approssimato, che magari è anche coerente e soddisfacente nell’ecosistema della singola serie, ma non è abbastanza quando ci si ricorda che l’MCU è un universo condiviso.
Ovviamente allo stato attuale è impossibile dare un giudizio omnicomprensivo sulla serie, come sempre succede in questi casi, soprattutto quando gli episodi a disposizione della stampa sono solo una piccola parte, o nel migliore dei casi, una metà del prodotto e non la totalità.
Quello che traspare ad oggi è sicuramente una serie di pregevole fatture, soprattutto dal punto di vista stilistico e scenografico. Si percepisce la cura con cui è stata confezionata, in totale rottura con le produzioni televisive precedenti dei Marvel studios. La stampa internazionale, nelle prime review, ha lodato il fatto che per la prima volta da tempo si ha l’impressione di essere davanti ad una vera serie TV, e non a un film compresso e tagliato per essere adattato a prodotto televisivo.
Non possiamo sapere dove questa serie porterà, quali saranno le svolte finali e quale sarà il terreno che preparerà per il futuro, anche complice la totale confusione che circonda il filone “magico” dell’MCU. Allo stato attuale non si hanno informazioni o dettagli su un ipotetico ritorno di Scarlet Witch, e la produzione di Blade sembra essere sempre più travagliata. Con queste premesse non è facile approcciarsi a una serie del genere, che si pone come seguito spirituale, ma anche materiale, di WandaVision, senza certezze sulla direzione artistica e narrativa dei personaggi sovrannaturali e esoterici del roster Marvel.
Sicuramente quello che si può dire ad oggi è che se qualcuno ha apprezzato WandaVision e le sue atmosfere allora si troverà a proprio agio anche con Agatha All Along e per certi versi si sentirà a casa. Chi non apprezza questo filone, invece, anche complici le evidenti e palesi recenti scottature dovute alle ultime produzioni televisive dei Marvel Studios, sicuramente non cambierà idea grazie alle avventure di Agatha e della sua congrega. Insomma, perfettamente bilanciato, come tutto dovrebbe essere (cit.)
Agatha All Along è disponibile su Disney+.