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Oracle guarda al nucleare: 3 piccoli reattori per alimentare i data center AI del futuro

Oracle ha deciso di puntare sull’energia nucleare per sostenere la crescente domanda di centri dati dedicati all’intelligenza artificiale (AI). Durante una recente call sugli utili trimestrali, Larry Ellison, fondatore e CTO della società, ha rivelato che Oracle ha ottenuto permessi di costruzione per installare tre reattori modulari piccoli (SMR) destinati a fornire energia a un data center con oltre 1 gigawatt di capacità per l’elaborazione AI.

Ma cosa sono questi SMR? Essenzialmente, si tratta di versioni miniaturizzate dei reattori nucleari, simili a quelli utilizzati nelle navi della Marina statunitense da circa 70 anni. A differenza di quei reattori, però, gli SMR sono progettati per essere prodotti in serie e richiedono infrastrutture fisiche molto più ridotte rispetto ai reattori tradizionali. Questo dovrebbe renderli più economici da gestire, pur essendo in grado di generare decine o centinaia di megawatt di energia.

Tuttavia, nessun SMR è ancora operativo e i progetti pilota non hanno avuto risultati incoraggianti. Quindi, per ora, l’interesse della società per i reattori modulari resta un piano futuro piuttosto che una realtà tangibile. Non ci sono dettagli su quando i nuovi data center di Oracle, con potenza superiore a un gigawatt, e gli SMR associati diventeranno operativi. Secondo alcune stime ottimistiche, i primi SMR potrebbero vedere la luce nei primi anni del 2030.

Oracle guarda ai reattori SMR per i suoi data center

Oracle non è l’unica a puntare sugli SMR

L’interesse di Oracle per questa tecnologia arriva in un momento in cui l’azienda sta cercando di ampliare la propria rete di centri dati e attualmente conta 162 data center attivi o in costruzione in tutto il mondo. Il più grande di questi ha una capacità di 800 megawatt e contiene cluster di GPU Nvidia progettati per addestrare i modelli AI più avanzati al mondo. Ma la costruzione di data center con più di un gigawatt di potenza è già nei piani, a prescindere dai risultati con i mini reattori nucleari.

Nonostante le potenzialità, gli SMR devono ancora superare notevoli ostacoli per essere adottati su larga scala. Un rapporto pubblicato a maggio dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis e menzionato dalla nostra fonte, ha concluso che gli SMR sono “troppo costosi, lenti da costruire e rischiosi” per giocare un ruolo significativo nella transizione verso fonti di energia pulita.

Tuttavia, grandi aziende tecnologiche come Amazon e Microsoft sembrano avere fiducia nel potenziale del nucleare. Amazon, per esempio, ha acquisito il data center di Cumulus, co-localizzato vicino alla centrale nucleare di Susquehanna, garantendosi così quasi un gigawatt di capacità energetica. Anche Microsoft ha mostrato interesse per gli SMR, assumendo personale per gestirne l’implementazione. In sostanza, si tratta di una soluzione efficace e non solo un’idea, con le aziende che stanno cercando davvero di metterla in pratica per trarne il massimo beneficio.

data center nucleare

Leggi anche: Centrali nucleari: con le AI si potranno ridurre i tempi di progettazione dei reattori

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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