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L’Australia propone una controversa legge sulla disinformazione. Elon Musk: “Fascisti”

Ieri il governo australiano ha discusso una proposta di legge contro la disinformazione sui social, cosa che non è andata particolarmente giù a un imprenditore che non ha bisogno di presentazioni, ovvero Elon Musk.

La proposta di legge australiana sulla disinformazione

Questa legge prevede che il governo intimi alle varie piattaforme social di introdurre un codice di condotta che regoli il modo in cui potranno fermare il diffondersi di disinformazioni. Se i social non ci riusciranno o non collaboreranno, riceveranno una multa pari al 5% dei loro ricavi annuali, e le operazioni passeranno in mano a un regolatore esterno, molto probabilmente l’Australian Communication & Media Authority (ACMA).

I contenuti che saranno particolarmente osteggiati sono le numerose informazioni false riguardanti le elezioni e la sanità pubblica, che potrebbero rischiare di denunciare e ferire delle persone o di distruggere infrastrutture chiave e servizi d’emergenza.

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Michelle Rowland, ministro delle comunicazioni, ha dichiarato che la disinformazione rappresenta una minaccia seria per la sicurezza e il benessere della popolazione australiana, oltre che per la democrazia, la società e l’economia. “Non fare niente e permettere che il problema si ingigantisca non è un’opzione” ha aggiunto.

Questo disegno di legge fu proposto anche l’anno scorso, ma l’idea che l’ACMA ottenesse il potere per decidere cosa fosse o meno disinformazione non andò molto a genio alla popolazione. Rowland ha assicurato che questa nuova versione della legge non darà all’autorità i poteri di forzare la rimozione di contenuti o account, e che proteggerà invece le notizie professionali e i contenuti artistici e religiosi piuttosto che i contenuti voluti dal governo. L’autorità ha dichiarato che accoglie con piacere una legge che gli consegni un ruolo da regolatore nella lotta alla disinformazione sulle piattaforme digitali.

Non sono ovviamente mancate le critiche dalle opposizioni, con il portavoce James Patterson che, anche se non ha ancora esaminato il disegno di legge, ha dichiarato “le posizioni politiche sostenute legittimamente dagli australiani non devono essere censurate né dal governo né da piattaforme social straniere“.

Australia, Elon Musk

Le critiche di Musk

Meta non ha commentato la notizia, mentre Elon Musk ha scritto su X/Twitter un commento poco simpatico. Ha infatti definito i politici australiani dei “Fascisti“, e nei commenti al suo post ci sono diversi australiani che si trovano d’accordo con lui e che si vergognano di essere cittadini di quel paese (anche se c’è pure chi paragona Musk al nazista Goebbels).

Bill Shorten, ministro per i servizi governativi del paese, ha criticato Musk in diretta TV dicendo che “ha avuto più posizioni sulla libertà di parola del Kama Sutra. Quand’è nei suoi interessi commerciali, è il campione della libertà di parola e quando non gli piace… Zittisce tutti“.

Non è neanche la prima volta che Musk ha delle frizioni con il governo australiano, considerato che ad aprile ha portato in tribunale un caso riguardante la richiesta di un regolatore del paese di rimuovere un post da X. Per quel caso, il primo ministro Anthony Albanese lo ha poi definito “un miliardario arrogante“.

Australia, Elon Musk

È sicuramente ammirevole che un governo lotti strenuamente la disinformazione, ma il passaggio che potrebbe portare una legge del genere a limitare la libertà di parola è breve. Di certo questo rappresenta soltanto la prima parte di una vicenda che farà parlare di sé anche nei prossimi mesi.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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