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Google mette un freno alle versioni pirata di Spotify e altre app

Durante una roundtable tecnica nella cornice di Google I/O datata maggio 2024, il colosso di Mountain View aveva annunciato dei provvedimenti in merito alle versioni piratate delle app, che molti utenti preferiscono scaricare rispetto alle versioni ufficiali disponibili dal suo Google Play Store. Questi provvedimenti sono confluiti nella Google Integrity API, che è stata integrata sui dispositivi dell’azienda nell’ultima release dei suoi servizi.

La nuova API di Google che blocca le app pirata

In pochi giorni, la nuova API ha iniziato ad agire, bloccando i download delle app da versioni non ufficiali dell’app store o il loro caricamento da certi file tramite i sideload. Coloro che hanno provato a svolgere entrambe le operazioni si sono ritrovati con il messaggio “Scaricale dal Play Store“. La API ha effetto anche sugli aggiornamenti, quindi anche se si avrà una versione pirata di una app sul proprio telefono, non la si potrà più aggiornare.

Contrariamente a quanto si possa pensare, la API non agisce proprio su tutte le app, ma solo su quelle che non corrispondono alla firma e ai certificati comunicati dagli stessi sviluppatori. Se infatti si scarica una versione integra di una app dal suo sito ufficiale o da uno store di terze parti, il download non sarà bloccato da Google perché essenzialmente passerà il suo controllo.

Google

Di sicuro questa novità farà contenti gli sviluppatori di diverse app, che a causa della pirateria avevano registrato una progressiva diminuzione dei ricavi. In questo senso quella che ha subito danni maggiori è stata Spotify, di cui girava una versione craccata che permetteva praticamente di usufruire delle funzioni Premium in maniera gratuita e illegale.

Oltre a bloccare la pirateria e le app modificate, questa API impedisce pure l’installazione di app su dispositivi non voluti dagli sviluppatori (ad esempio le app di Now o GCam, che erano state pensate da Sky e Google per certi dispositivi, ma non per altri).

Spotify

Al momento solo alcuni partner di Google possono accedere all’API, ma l’idea è quella di estenderlo pian piano a tutti, in modo che anche gli sviluppatori più piccoli possano difendere i propri interessi.

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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