La città di Tokyo vuole attuare una piccola rivoluzione nella classificazione dei manga all’interno dei confini cittadini. Finora i manga con contenuti particolarmente violenti ed erotici – la cui vendita viene ovviamente vietata ai minori – venivano etichettati dal governo cittadino come “contenuti dannosi” per chi li legge, cosa che ovviamente getta una reputazione tutt’altro che positiva sulle opere che sfortunatamente rientrano dentro di essa.
I manga etichettati come “contenuti dannosi”
Questa etichetta ha portato in passato alcuni negozi, librerie e siti web a vietare la vendita di certe serie non solo ai minori ma persino agli adulti, lasciandoli praticamente invenduti. E il successo di un manga si vede anche e soprattutto dalle sue vendite, che possono pure sancire il futuro roseo o meno dell’opera.
Lo scorso marzo più di 100 mangaka – tra cui i famosi George Morikawa (Hajime no Ippo), Tetsuya Chiba (Rocky Joe) e Gosho Aoyama (Detective Conan, Yaiba) – hanno chiesto al governo cittadino di cambiare il modo in cui vengono etichettati i manga. Morikawa aveva infatti dichiarato che l’etichetta “contenuti dannosi” dava alla popolazione l’idea che quelle opere non dovessero proprio esistere e che fossero inaccettabili, il che avrebbe rischiato di portare non solo a un danno economico per le vendite minori dei volumi ma a un peggioramento della libertà di parola ed espressione.
Tokyo decide di rimuovere l’etichetta
Il governo cittadino di Tokyo ha quindi deciso che smetterà di etichettare come “contenuti dannosi” i manga troppo violenti ed erotici, ma che li includerà nell’etichetta “libri ai sensi dell’articolo 8” dell’ordinanza cittadina. Si tratta di un buon passo avanti, ma non tutta la legge è stata cambiata.
Nonostante questo, infatti, rimarranno comunque in vigore gli aspetti dell’articolo in cui si afferma che i governatori locali possono decidere di bloccare o meno la distribuzione di libri, film e altre opere che secondo loro potrebbero impattare in maniera negativa la crescita sana dei giovani giapponesi. Tra i contenuti malvisti ci sono quelli che “stimolerebbero troppo il desiderio sessuale” e che tramite la violenza “promuoverebbero la crudeltà”.