Quello di Emio: L’Uomo che Sorride è stato uno degli esperimenti di marketing più interessanti tra quelli concepiti da Nintendo negli ultimi anni. Presentato al mondo con le fattezze di un vero e proprio horror per poi rivelarsi un titolo investigativo di stampo anni ’80 della storica serie di Famicom Detective Club, L’Uomo che Sorride è riuscito ad attirare l’attenzione del pubblico grazie ad una serie di scelte di impostazione, in fase di presentazione, che hanno stupito per la loro discordanza rispetto alla filosofia di Nintendo.
Il titolo, nella giornata di ieri, è ufficialmente approdato su Nintendo Switch: dopo diverse settimane di attesa costellate da dichiarazioni “shock” riguardo la presenza di contenuti altamente indicati per un pubblico di età inferiore ai 18 anni, il pubblico e la critica hanno messo mano al gioco, traendo le loro conclusioni su uno dei progetti, a nostro punto di vista, più interessanti dell’anno per quanto riguarda la sua campagna marketing.
Emio, il Pegi 18 targato Nintendo che non ti aspettavi
L’entusiasmo e la curiosità generatesi attorno al primissimo trailer del gioco, che non aveva fornito alcuna informazione in merito al tipo di prodotto di fronte al quale ci saremmo poi trovati, si sono spente abbastanza rapidamente in seguito alla rivelazione completa del titolo: niente da fare per le speranze dei giocatori di vedere un nuovo horror targato grande N dopo Fatal Frame.
Nonostante la delusione iniziale di fronte a tale rivelazione, le settimane che hanno preceduto il lancio sono state caratterizzate dalla rivelazione di una serie di elementi di gioco piuttosto inusuali per un gioco Nintendo: violenza, sangue, cadaveri e la “pericolosa” presenza di ragazzi giovani, se non minorenni, all’interno di queste scene cruente ha di nuovo portato il titolo a ricevere l’attenzione del grande pubblico, in attesa del lancio ufficiale.
I giudizi della critica e del pubblico, titolo alla mano
Come possiamo visionare direttamente sul sito di Metacritic, il titolo ha riscosso un discreto successo tra la critica: attualmente, il voto medio assegnatogli è pari a 76/100. Questa buona valutazione è resa possibile da una serie di fattori: la sua struttura visual novel semplice ma definitiva “completa e coinvolgente” e una trama decisamente poco horror, ma comunque rischiosa e sopra le righe per quanto riguarda gli standard della grande N.
Il titolo, in sostanza, è infatti un’avventura punta e clicca ove ci viene chiesto di dialogare con diversi personaggi, osservare l’ambiente che ci circonda e fare le nostre deduzioni sulla base di un attento ascolto di quanto detto dai personaggi coinvolti nelle nostre conversazioni. Le tematiche presentate sono mature e velatamente violente (si parla di uccisioni di minorenni, immagini “censurate” dal proverbiale sacchetto di carta di persone uccise) e l’atmosfera è certamente inquietante, anche se verte maggiormente sul thriller più che sull’horror.
Definire però Emio un titolo all’altezza delle aspettative createsi in seguito al video di presentazione, a nostro modo di vedere, non sarebbe però del tutto corretto: nonostante la presenza dei sopracitati elementi maturi, il titolo riesce a mantenere una certa leggerezza tramite una scelta di dialoghi, di colonne sonore e di design piuttosto “morbide”.
Che Nintendo abbia perso l’occasione per portare, oltre alle tematiche mature, anche un approccio maturo e veramente “dell’orrore” sulla sua console di punta? Questo è quello che ritengono in molti, sottolineando come, senza quel famoso trailer, in pochi si sarebbero realmente interessati a questa serie investigativa che mancava sul mercato videoludico da oltre 30 anni.
L’epilogo di uno degli esperimenti di marketing più interessanti del 2024 videoludico è, insomma, decisamente dolce-amaro: quello che possiamo consigliarvi di fare, al fine di creare una vostra opinione in merito a questo curioso progetto, è di scaricare la demo di Emio: L’uomo che Sorride, disponibile da ieri, per provare gratuitamente i primi tre capitoli del gioco e comprenderne al meglio la struttura finale.