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Le donne afgane protestano contro le nuove leggi del loro paese cantando in dei video sui social

La scorsa settimana il governo talebano dell’Afghanistan ha annunciato la scorsa settimana una controversa legge composta da 35 articoli rivolti perlopiù alle donne, tra cui ci sono il divieto di cantare e recitare poesie in pubblico e l’obbligo a coprirsi corpo, viso e voce quando escono di casa per necessità. Per i talebani questa nuova legge ha lo scopo di “promuovere le virtù” della popolazione e di “prevenire il vizio“, ma giustamente le donne afgane non ci stanno e stanno protestando contro di loro sui social.

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La protesta delle donne afgane contro le nuove leggi dei talebani

Le donne del paese hanno infatti realizzato dei video in cui cantano o recitano poesie contro il governo, i quali sono stati condivisi dall’account X/Twitter dell’organizzazione Femena. In uno di essi si vede una donna completamente vestita di nero dalla testa ai piedi con un velo che le copre il viso, che canta una canzone contro il governo: “Mi hai messo a tacere per gli anni a venire. Mi hai imprigionato in casa mia per il solo crimine di essere donna“. 

Altre donne invece hanno dichiarato che prima o poi riusciranno a uscire da quella gabbia e a cantare la canzone della libertà, e non temono le minacce o gli editti del governo o i suoi tentativi di metterle a tacere. Ancora una volta, le donne afgane dimostrano tutto il loro coraggio contro il crudele regime talebano guidato dall’emiro Hibatullah Akzhundada.

Questa nuova legge vieta inoltre l’assenza di barba negli uomini o l’avere la barba troppo corta, l’amicizia con persone “infedeli”, l’adulterio, l’omosessualità, il gioco d’azzardo, i combattimenti tra animali, la creazione e la visione di immagini di esseri viventi su un computer o un cellulare. I conducenti invece non potranno ascoltare musica, fare uso di droga, e trasportare donne che non sono vestite in maniera adeguata o che non hanno un accompagnatore.

Chi non rispetta queste leggi ci saranno avvertimenti verbali, multe, minacce e custodia nelle stazioni di polizia che vanno da un’ora a tre giorni. I recidivi invece finiranno anche in tribunale.

donne., Afghanistan

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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