Il live-action di One Piece su Netflix ha scatenato un acceso dibattito riguardo a una presunta “Arab erasure” (cancellazione araba) dovuta a una scelta di casting controversa. Alcuni fan hanno criticato la decisione di non includere un’attore che rappresenti visivamente l’eredità culturale araba di Nefertari Cobra e Vivi, sostenendo che questa scelta comprometta la rappresentanza e la diversità culturale nel remake occidentale, come leggiamo su Dexerto.
L’importanza della rappresentazione culturale
La polemica evidenzia l’importanza della fedeltà culturale nei remake globali. I fan si aspettano che i personaggi vengano adattati con rispetto per le loro origini culturali, specialmente in una serie con una fanbase internazionale come One Piece.
Il termine “Arab erasure” si riferisce alla percezione che elementi della cultura araba siano stati ignorati o cancellati nella rappresentazione live-action, sollevando una discussione più ampia sull’inclusione nei media occidentali.
L’annuncio ha scatenato una reazione negativa, perché alcuni fan hanno sostenuto che Cobra sarebbe dovuto essere interpretato da un attore arabo, mentre quello scelto, ovvero Sendhil Ramamurthy è americano, anche se i suoi genitori provengono dall’India (lo stesso discorso è stato fatto anche per l’attrice che interpreterà Vivi ndr).
Sebbene il mondo di One Piece sia fittizio, l’autore Eiichiro Oda ha confermato più volte di essersi ispirato alla realtà. Infatti gran parte della geografia del manga è basata su luoghi reali e ha dichiarato espressamente che Alabasta è ispirata all’Egitto, ecco perché si è scatenata una polemica in merito alla scelta dell’attore che deve interpretare il Re di Alabasta. In calce alcuni Tweet che affermano tale discussione:
Il caso del live-action di One Piece rappresenta una sfida significativa per l’industria cinematografica, che deve confrontarsi con l’evoluzione delle aspettative del pubblico in termini di rappresentanza culturale. Con un pubblico sempre più globale e diversificato, le produzioni occidentali si trovano di fronte alla necessità di rispettare e riflettere le diverse culture presenti nei materiali originali. La mancata attenzione a questi aspetti può non solo alienare una parte significativa del pubblico, ma anche suscitare critiche che possono danneggiare la reputazione del progetto.
Possibili sviluppi futuri
La controversia sollevata potrebbe spingere Netflix e altri produttori a rivedere le loro strategie di casting per futuri adattamenti, non solo per evitare accuse di “erasure” culturale, ma anche per abbracciare appieno la diversità che i fan richiedono.
Questo caso potrebbe quindi segnare un punto di svolta, stimolando un dialogo più ampio su come gestire la rappresentazione culturale nei media globali e incoraggiando una maggiore attenzione e sensibilità nella scelta degli attori per ruoli che portano con sé significati culturali profondi.