Le immatricolazioni delle auto elettriche cinesi hanno subito dei consistenti cali a causa dei nuovi dazi europei su di essi. Infatti nei principali paesi dell’Unione Europea le immatricolazioni di auto prodotte da aziende come BYD e MG hanno subito una flessione del 45% a luglio, stando ai dati raccolti da Automotive News, che ovviamente si inserisce in un più grande rallentamento delle auto elettriche in generale che ha colpito anche aziende occidentali come Tesla e BMW (che appariva chiaro dai recenti dati di vendita tedeschi).
Il portale sostiene comunque che questa flessione sia dovuta in parte anche all’accelerazione delle immatricolazioni a fine giugno, effettuata per vendere le auto prima che entrassero in vigore i dazi. Questi dati farebbero sembrare le aziende cinesi in crisi qui nel vecchio continente, eppure tutte hanno già modi per aggirare potenzialmente i dazi.
Le aziende automobilistiche cinesi non demordono nonostante i dazi dell’Unione Europea
BYD ad esempio sta attuando da tempo delle strategie che sedimentino sempre di più la sua posizione in Europa sia tramite la sponsorizzazione di eventi importanti (come gli Europei di qualche mese fa) che con l’apertura di veri e propri stabilimenti nel continente. Tra qualche anno aprirà infatti una fabbrica di BYD in Ungheria, e l’azienda ha stretto di recente degli accordi per aprirne una anche in Turchia.
Con quello stabilimento in Ungheria, BYD produrrebbe auto in Europa e aggirerebbe praticamente le disposizioni europee, che sono state approvate dopo l’accusa della Commissione Europea al governo cinese riguardo sedicenti sussidi dati alle sue aziende per permettergli di mantenere bassi i prezzi delle proprie vetture.
I dazi sono entrati in vigore lo scorso 5 luglio, ma diventeranno permanenti a partire da novembre. L’unica cosa che potrebbe fermare il processo sarebbe un accordo tra l’Unione Europea e la Cina, che al momento sembra poco probabile. Pechino infatti non se n’è stata zitta a subire le accuse dell’UE, e ha infatti fatto reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio e imposto delle contromisure a tutti i prodotti europei venduti nel paese.