My Hero Academia è ufficialmente terminato: il manga di Kohei Horikoshi con protagonisti Deku e tanti giovani aspiranti eroi, desiderosi di farsi strada e dare il loro contributo come possibile, questa settimana ha visto sulle pagine di Weekly Shonen Jump il suo ultimo capitolo e nonostante un arco finale lungo più di due anni e a tratti molto, molto altalenante, ne sentiremo la mancanza.
Sull’arco finale molte cose sono state dette: c’è chi lo ha difeso a spada tratta sin dal primo capitolo e chi, invece, ne ha criticato alcune parti reputandolo troppo confusionario o affrettato riguardo alcuni eventi. In linea di massima, però, tutti abbiamo continuato a seguirlo con affetto, curiosi della sorte che avrebbe atteso sia il gruppo di protagonisti che abbiamo imparato ad amare sia gli antagonisti che, col tempo, ci sono entrati nel cuore tanto quanto i personaggi positivi.
Ma quindi, a conti fatti e al di là dell’opinione personale dei lettori sugli ultimissimi capitoli, che cosa ci ha affidato Kohei Horikoshi col suo manga? Qual è il messaggio per cui questo manga, con tutti i suoi pregi e difetti, rimarrà nel cuore di molti lettori?
Che cosa ci lascia Kohei Horikoshi col suo My Hero Academia?
My Hero Academia, infondo, nel corso dei suoi oltre dieci anni di serializzazione non ha potuto vantare proprio di niente di incredibilmente originale o mai visto prima. Le premesse della storia erano banali, già viste soprattutto su Weekly Shonen Jump, ma allora cos’è che lo ha reso così famoso, cos’è che ci ha portato ad affezionarci così tanto al titolo? Semplicemente, la sua umanità.
L’opera di Kohei Horikoshi ci insegna che tutti possiamo essere degli eroi, l’importante è continuare ad impegnarsi per donare un sorriso agli altri, per allungare una mano in segno d’aiuto. Il finale è un inno proprio a questo concetto che l’autore ha sempre cercato di comunicarci in ogni singola pagina e capitolo della serie. Deku, col suo continuo tendere la mano a chi lo circonda, è il più grande messaggio che My Hero Academia ci lascia dopo anni di serializzazione: il ragazzino codardo, piagnucolone e buono a nulla è diventato l’eroe migliore di tutti e lo ha fatto non tanto grazie ai suoi Quirk, ma grazie all’impegno, alla perseveranza e alla fede nei suoi sogni.
Perché il sogno di diventare un eroe, di aiutare il prossimo, di donare un sorriso agli altri è la più grande speranza delle future generazioni. Il finale di Deku e di My Hero Academia, in definitiva, significa esattamente questo, e non può non strapparci un sorriso.