Deadpool & Wolverine è un film importante per il MCU sotto molti punti di vista, specialmente per quanto riguarda il rilancio del progetto in seguito all’insuccesso al botteghino dei film precedenti. Tra i tanti record siglati dalla pellicola che sembra aver presagito il ritorno sulle scene di Robert Downey Jr., spunta un risultato veramente originale.
Come confermato da The Hollywood Reporter, la pellicola con Ryan Reynolds e Hugh Jackman è in assoluto la più “volgare” del franchise, in quanto includerebbe un numero particolarmente alto di f-words, a discapito di un minore contenuto di battute e riferimenti alla sfera sessuale rispetto ai suoi predecessori.
Ben 116 imprecazioni in tutta la pellicola
Dopo un conteggio, la testata ha riferito che la pellicola contiene la bellezza di 116 frasi che utilizzano la “parola con la f” ma, nonostante si tratti un numero decisamente importante (il massimo raggiunto dal franchise ammontava a 90 frasi) non ci troviamo di fronte ad uno dei film più volgari di sempre, anzi, non siamo nemmeno nella top 3.
Spodestare The Wolf of Wall Street, film più “volgare” della storia con protagonista Leonardo Di Caprio, che contiene ben 569 f-bombs, non sarà cosa semplice nemmeno in futuro ma, al momento nessuna pellicola riesce a superare nemmeno Scarface (con 226 parolacce), Pulp Fiction (con 265) e Le iene (con 269).
Deadpool: un crocevia di stravaganza e divertimento
Con la sua frizzante ironia e i suoi numerosi riferimenti all’universo Marvel e Pop, la pellicola è riuscita a far parlare di sé in tutto il mondo ottenendo importanti risultati al botteghino. Il futuro del MCU, consci ora di aver riottenuto l’assenso di un gran numero di fan con questa interessante uscita, sembra essere piuttosto roseo: il clima perfetto, insomma, per far fare il suo ingresso sugli schermi a Victor Von Doom, interpretato da Robert Downey Jr.
Gli importanti cambiamenti in casa Marvel, soprattutto quelli che riguardano la nuova impostazione dietro Avengers 5 per “cause di forza maggiore” che rispondono al nome di Jonathan Majors, recentemente intervistato a proposito della morte del suo Kang, possono quindi prendere il via, consapevoli che il pubblico di riferimento, presumibilmente, ricercherà quella sottile follia che ha dato a questa pellicola quel pizzico di appeal in più che mancava.