L’intelligenza artificiale compie passi da gigante e, tra le tante innovazioni positive, fioccano anche (e soprattutto) le applicazioni pericolose: il fenomeno del Deepfake, sempre più comune in ambito social e non solo, ha rischiato di colpire anche la nota azienda Ferrari che, però, è riuscita ad affrontare la minaccia in una maniera semplice ma decisamente efficace.
Come riportato da Bloomberg, nei giorni scorsi è stata tentata una truffa ai danni dell’azienda resa possibile grazie all’utilizzo di un’intelligenza artificiale che ha replicato fedelmente la voce dell’amministratore delegato della compagnia Benedetto Vigna: il tentativo di inganno, che fin da subito ha insospettito il dirigente “vittima” dell’imbroglio, è stato sventato senza particolari conseguenze, fortunatamente.
Un finto Benedetto Vigna per “ingannare” Ferrari
Il dirigente riporta di essere stato contattato da un numero di telefono non presente all’interno della sua rubrica e privo di immagini di profilo: dall’altra parte dello schermo, stando alle parole dell’utente, si trovava proprio Benedetto Vigna, che avrebbe “usato un numero secondario per garantire la segretezza della nuova manovra finanziaria”.
Il cyber-criminale ha proseguito affermando di voler attuare un’acquisizione per la quale aveva già ricevuto l’ok dal consiglio d’amministrazione e il comparto borsistico e, dopo aver richiesto di effettuare una chiamata con il dirigente, sarebbe entrata in azione l’intelligenza artificiale che simulava fedelmente la voce dell’amministratore delegato.
Imbroglio sventato da una semplice domanda
Insospettito dall’andamento della conversazione, il dirigente ha rivolto al truffatore una semplice domanda che ha causato il crollo del suo piano: avrebbe infatti chiesto al “finto” Benedetto il nome del libro che proprio il giorno prima il dirigente aveva consigliato all’AD. In questo modo, il tentativo di truffa sarebbe stato sventato.
L’ennesimo verificarsi di questo tipo di situazione ai danni di aziende e personaggi illustri mostra ancora una volta quanto le nuove tecnologie possano essere un’arma a doppio taglio: educare la cittadinanza a riconoscere questo tipo di imbroglio, col progredire dell’intelligenza artificiale, rischia di diventare sempre più difficile, ma ci sono delle strategie da applicare che andrebbero certamente riconosciute e divulgate.