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Once Human Copertina della recensione

Once Human – la Recensione: uno spettacolare mondo oscuro in continua evoluzione

Amanti dei giochi survival, cercate un’avventura nuova, graficamente attraente e soprattutto gratuita? Bene! Once Human è decisamente il titolo che fa per voi, dato che rientra perfettamente in tutti questi parametri, offrendo un mix divertente, coinvolgente ed espansivo, anche se c’è sempre spazio per i miglioramenti. Ma lasciando da parte per un momento il fanboy-ismo di qualcuno che ha e sta seriamente apprezzando questo gioco, vogliamo offrirvi una panoramica più dettagliata su quella che è la creatura realizzata da Starry Studio, analizzandone i punti meritevoli di lode e quelli per cui è lecito fare della critica.

Once Human si presenta al pubblico come un multigiocatore survival free to play ambientato in un futuro post-apocalittico, dove un’infestazione extraterrestre chiamata Stardust Pollution ha completamente modificato l’aspetto del mondo, dandogli un tono molto diverso, più tenebroso e inquietante. La descrizione non è legata soltanto a una tonalità più cupa e scura, ma bensì a un’influenza in grado di trasformare persone, accessori elettronici e interi luoghi, in grottesche entità che sembrano essere state disegnate dalla penna di alcuni degli autori horror più famosi al mondo.

Quella che banalmente può sembrare un’invasione zombie, è in realtà qualcosa di molto più complesso, caratterizzato non solo da mostri di qualsiasi forma e dimensione, ma anche da fazioni in possesso di un’ideologia completamente diversa, una delle quali può essere considerata la principale fautrice del collasso della civiltà umana per come la conosciamo. Noi, identificati come Mayfly nel mondo di Once Human, ovvero il gruppo composto da persone straordinarie appartenenti a una razza chiamata Beyonders, cominceremo dal nulla a farci strada tra questi orrori, cercando di ristabilire a uno a uno tutte le zone che una volta erano in mano agli umani, eliminando qualsiasi ostilità o forma di contrasto.

Once Human Copertina della recensione

La base dei survival

Come ogni titolo di sopravvivenza che si rispetti, anche Once Human è in possesso di elementi espressivi di questo genere, che compongono le sue fondamenta principali. Dopo aver concluso il prologo dove potrete farvi un’idea di cosa vi aspetta, verrete lanciati nel mondo dei Deviants, ovvero le creature che ormai popolano la terra, in grado di provocare brecce non solo a livello fisico, ma persino spazio temporale. Da qui comincerete a costruire la vostra avventura, cadendo casualmente su una delle colline della prima porzione di mappa e iniziando a capire come muovervi.

Senza nulla in mano, avrete comunque la possibilità di cominciare a raccogliere risorse, dalle pietre, ai minerali, fino ai tronchi derivanti dall’abbattimento degli alberi e alla carne e pelliccia provenienti dalla caccia della selvaggina: elementi utili per costruire qualsiasi cosa da quel momento in poi. A questo, bisognerà unire la raccolta degli oggetti di qualsiasi tipo ottenibili dal grosso mondo di gioco, i quali vi faranno acquisire un’abitudine particolare all’interno di Once Human.

Stiamo parlando dello spam compulsivo del tasto di raccolta, forse qualcosa che potrebbe infastidire alcuni giocatori, ma che personalmente trovo intrigante, in quanto sazia la mia fame di esplorazione di ogni anfratto, ottenendo anche la più piccola risorsa che potrebbe tornarmi utile. Tutto questo servirà da base alla vostra avventura su Once Human, con concetti semplici e precisi. Ma per progredire e ottenere risultati e risorse sempre migliori, dovrete obbligatoriamente fare uso di altri elementi.

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Territorio e Crafting, forse la sfida più grande di Once Human

Ciò che accompagna la raccolta delle risorse è, naturalmente, qualcosa su cui metterle in uso, tradotto: i sistemi del territorio e del crafting. Unendovi a uno dei server di Once Human (vi consigliamo qualcuno nuovo ambientato nel Giorno 1), avrete modo di esplorare la mappa e selezionare un territorio dove stabilire la vostra base. Considerando il successo iniziale del gioco, è genuinamente improbabile trovare una zona libera dove potervi stabilire nei server già avviati, ma non disperate, dato che i posti da visitare sono tanti e il gioco non vi lascia senza la possibilità di sopravvivere.

Il territorio è probabilmente la sfida più impegnativa di Once Human, considerando che dovrete avere a che fare sia con la vostra creatività, sia con l’ottenimento delle risorse e sia con degli ostacoli naturali, dato che ogni terreno è diverso e una singola roccia potrebbe costituire un terreno meno ampio su cui poter edificare o posizionare oggetti. Nel territorio, oltre agli elementi estetici, potrete costruire delle postazioni utili di vario tipo, dove le principali sono quelle su cui fare crafting, la componente fondamentale che in un survival non può mancare. La sua semplicità e intuitività lo rende alla portata di tutti e il modo in cui va usato correttamente fa parte della guida base del gioco.

Attraverso il crafting potrete realizzare bevande per dissetarvi, cibo per saziarvi, oggetti per migliorare la vostra sanità mentale contro l’influenza della Stardust Pollution, ma soprattutto equipaggiamenti, armi e altre risorse. Con l’uso di progetti, del banco per disassemblare, di quello per fondere materiali e tanto altro, avrete modo non solo di migliorare la vostra avventura, ma di personalizzare il vostro stile, scegliendo su cosa incentrare principalmente i vostri sforzi. Nessuno vi corre dietro su Once Human, ciò che importa è avere la pazienza necessaria per fare tutto e la foga di cercare nei posti giusti.

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Una mappa enorme da esplorare tutta

Come vi abbiamo già anticipato, la mappa del mondo di Once Human è davvero grande, ma questo non significa che la maggior parte è coperta da zone dove poter costruire, lasciando spazio a pochi contenuti. La realtà è che essa è divisa in tante porzioni, accessibili man mano che salirete di livello, ricche di punti di interesse da esplorare, divisi anch’essi per livello, ma soprattutto per grandezza e importanza. Ciò che sorprende è la sensazione di non trovarsi mai davanti a una mappa vuota, con l’esplorazione a essere sempre ricompensata adeguatamente.

Esistono punti di interesse piccoli dove il focus è la raccolta di risorse che compaiono gradualmente con il passare del tempo, punti di interesse sotto forma di dungeon/sfide boss da affrontare da soli o con gruppi di giocatori (in base al tipo), e altri punti di interesse molto più grandi come città, fonderie, zone portuali dove sono presenti delle sfide interne, ripetute non che vi permettono di esplorare la zona a fondo e ottenere ricompense utili e valute per acquistare, craftare o potenziare oggetti.

Questo rende valida l’esplorazione di ogni singola abitazione, la quale sarà sempre diversa perché in grado di offrire varietà in qualche elemento che la compone, che sia un nemico, o che sia una tematica di ambiente. Personalmente mi sono ritrovato a dover esplorare una gigantesca fonderia, salendo sulle impalcature e trovando paure più pericolose della sola altezza, una fattoria che nascondeva dei tunnel sotterranei pieni di sussurri nel buio in puro stile horror film e persino una zona portuale, sommersa a metà dall’acqua marina, entrata anche nelle case, infestata dai coccodrilli.

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Un dettaglio importante e davvero bello della mappa e di Once Human in generale è la presenza di segreti e puzzle. Girovagando per le strade, non solo nei punti di interesse, potrete trovare qualche elemento insolito, come dei coni stradali disposti a quadrato o un piccolo cimitero pieno di statue, il quale vi offrirà una piccola sfida da risolvere per ottenere delle ricompense esclusive e spesso molto gratificanti. Cercare forzieri e risorse è sicuramente il punto di forza di questo gioco, personalmente la parte che preferisco maggiormente e che riesce a soddisfare la mia sete di curiosità nel vedere se un certo edificio nasconde qualcosa.

Per l’esplorazione è divertente e intrigante muoversi a piedi, ma spostarsi da un punto di interesse all’altro senza aiuti, non è una soluzione adeguata, data anche la presenza di un peso massimo nell’inventario che rallenta il vostro personaggio. Per questo motivo è possibile utilizzare e costruire veicoli di vario tipo, di cui il primo, una motocicletta monoposto, vi viene regalato già nelle prime battute e va solo riparato e alimentato con nuovo carburante. Tuttavia il sistema di guida è molto legnoso, chiaro segnale che si tratta di un modo per far spostare più velocemente il giocatore di Once Human e non una meccanica fondamentale. La moto, per esempio, curva in maniera innaturale e il suo spostamento normale è decisamente impreciso.

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Le missioni sono una guida fondamentale

Un gioco come Once Human, dall’aspetto iniziale complesso e atipico per il genere survival, non può essere basato soltanto sull’essere spediti casualmente in un nuovo mondo, lasciando al giocatore il compito di scoprirlo e impararlo. Per questo motivo, gli sviluppatori hanno pensato bene di renderlo perfettamente accessibile a tutti attraverso le missioni, affiancandoci un alleato utile come V, un personaggio che si manifesta a voi nella forma di un volatile astratto. Pur essendo distinte in varie tipologie, la sensazione è quella di star vivendo quasi sempre una missione primaria, dato che i compiti, alle volte, sono molto più complessi e curati di quanto possiate immaginare.

Le missioni principali sono continue e progressive, mentre le missioni secondarie sono legate a NPC sparsi per la mappa e segnalati da un rombo azzurro, oppure tramite segreti ed elementi nascosti. In più, esistono delle commissioni da poter completare comodamente per ottenere ricompense extra. Esse vi guidano all’esplorazione di determinate zone in base al vostro livello, ma anche se vi capita di andare in una zona dove è richiesto un equipaggiamento maggiore, potete semplicemente evitare di combattere ed esplorarla lo stesso per completare la missione.

Ciò che risulta fondamentale per la comprensione del mondo di Once Human è il Journal, ovvero una sorta di diario ricco di piccoli compiti da completare, i quali fanno da guida perfetta al giocatore, non solo aiutandolo a migliorare nel gioco, ma anche spiegandogli passo per passo cosa deve fare e quali bottoni deve premere. Se questo non vi basta, V è in grado di presentare ogni elemento grazie a una sezione informazioni davvero gigantesca.

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La componente “creature”: una maschera a due facce

La decisione di farvi attendere prima di parlare del fiore all’occhiello di Once Human, nonché ciò che contraddistingue il suo volto, è legata al fatto che qui, purtroppo, è presente la più grande debolezza di questo gioco, nonché la critica più grande che possiamo fare, ma partiamo dal principio. Le creature di questo mondo, i Deviants, sono quanto di più bello possa rappresentare Once Human come titolo, ideate con una visione quasi Lovecraftiana, mista alla fantasia horror di Junji Ito. Essi variano dai classici umanoidi dalle sembianze zombie, a veri e propri autobus con braccia e tentacoli in grado di fungere da generatori di mostri, per finire con colossali entità dall’aspetto complesso e inquietante.

Ma i Deviants possono essere rappresentati in modi molto diversi, come per esempio nella forma di un gigantesco gattone o di uno slime che si trasforma in una trincea. Questo perché esistono oltre 40 di queste creature che possiamo considerare dei Pet, divisi per utilità, come benefici sul proprio terreno, raccolta automatica di risorse e aiuti in combattimento. Si possono collezionare o sfruttarne un certo numero per beneficiarne e ottenerne di nuovi, specialmente tramite puzzle o segreti, è qualcosa di davvero gratificante.

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Tuttavia, che siano i Deviants in vostro possesso o i Deviants nemici, entrambi condividono una problematica che fa cadere il loro voto: la loro AI. Sul lato dei mostri, purtroppo, per una gran parte del vostro percorso essi non rappresenteranno un problema, non solo per la pochezza di abilità in loro possesso, ma per il fatto che potete tranquillamente ignorarli, in quanto difficilmente saranno abbastanza reattivi da fermarvi.

Un mostro normale, su Once Human, ci mette dai 5 ai 6 secondi per accorgersi della vostra presenza e in più i loro attacchi sono davvero lenti e prevedibili. La stessa cosa accade ad alcuni boss (chiamati nel gioco The Great Ones), dove vi basta un riparo, una posizione sopraelevata e un po’ di pazienza per eliminarli facilmente. Anche nel caso in cui i nemici siano degli umani con delle armi da fuoco, la difficoltà è limitata, dato che la loro mira è pari a quella di uno Stormtrooper e basta una colonna per fargli perdere totalmente la mobilità per inseguirvi o la linea di tiro.

Allo stesso modo, i Deviants che vi aiutano in combattimento non riescono a essere utili, durano decisamente troppo poco per essere sfruttati nell’esplorazione e in combattimento non impattano come dovrebbero. Qui potremmo considerarlo anche un bug o un problema di server, ma nella mia esperienza ho avuto un Deviant Samurai che, se evocato, doveva attaccare automaticamente e invece spariva senza concludere nulla. Eppure, anche se vogliamo dare la colpa a un hardware poco performante o a un server instabile, essi rappresentano una meccanica in combattimento di cui se ne può fare a meno, e questo è un vero peccato.

C’è la grossa possibilità che aree più avanzate di Once Human venga offerta una sfida più impegnativa e/o ci vengano offerti dei Deviants più abili nell’affiancarvi, ma per ora, a conti fatti, rappresentano una sfida quasi nulla come nemici e un’utilità vicino allo 0 come alleati in battaglia (non come aiuto sul terreno dove, effettivamente, sono utili).

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Perchè Once Human è un gioco in continua evoluzione

Perché vi abbiamo consigliato di giocare nei server con la dicitura Giorno 1? Innanzitutto questo vi consente di stabilire più facilmente un territorio, ma vi da la possibilità di godervi la stagione di Once Human sin dal principio. Questo perché il gioco è caratterizzato da momenti dove l’esplorazione viene limitata soltanto ad alcune zone della mappa e dove alcune funzionalità e bonus vengono bloccati dietro una certa tempistica. Ma questo non è necessariamente un male, perché in realtà queste stagioni vi permettono di giocare Once Human a un passo più stabile e meno frettoloso e, in ogni caso, il tempo di attesa è di pochi giorni, non mesi.

L’apertura di una nuova stagione nel vostro server significa essere abilitati a nuove aree da esplorare, ottenere nuovi rami nelle vostre abilità e utilità sbloccabili e soprattutto nuove sfide e missioni. Infatti è presente una tab dove poter completare alcuni obiettivi che vi garantiranno ricompense extra ed esclusive, anche quelle che vi consentono di acquistare estetiche limitate proprio alla stagione. Questo naturalmente fino al reset della stagione che NON significa la perdita di tutti i progressi, come specificato nel post dell’hub di Once Human da Starry Studios, ma l’inizio di un nuovo scenario e quindi l’introduzione di nuovi elementi da affrontare con un approccio differente.

L’evoluzione sta nell’offerta di gioco di stagione in stagione, con tante cose nuove da scoprire, speciali mappe “dungeon” da affrontare e l’apertura di eventi pubblici particolari, nonché la rotazione di elementi cosmetici gratuiti e/o a pagamento che non fanno mai male. Probabilmente ci sarà l’occasione anche di veder migliorate alcune dinamiche o addirittura l’introduzione di qualcosa di nuovo, ma se consideriamo il fatto che Once Human sia fresco di rilascio al pubblico, è ancora presto per fare queste supposizioni.

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Conclusione

Il tema horror di Once Human è stato ciò che mi ha maggiormente incuriosito a provarlo e a realizzare la recensione, ma non avevo mai approcciato un survival multigiocatore prima d’ora, quindi la paura di trovarmi spaesato era nettamente superiore a quella dei possibili nemici incontrabili nell’open world. Eppure le cose non sono andate affatto così, in quanto la proposta è stata quella di un gioco divertente, coinvolgente e soprattutto molto curato per essere gratuito e adeguato nell’indirizzare il giocatore verso le strade corrette, senza farlo perdere e spiegandogli come funzionano i sistemi.

Il consiglio è quello di diffidare dalle recensioni della pagina di Steam, dovute principalmente all’incomprensione sul trattamento dei dati se si usa il launcher di NetEase (irrilevante se si avvia Once Human da Steam o Epic Games), e di dare una concreta possibilità al gioco, il quale è stato in grado di tenere incollato per diverse ore anche chi non aveva mai provato questo genere, anche se posso capire che la mancanza della lingua italiana è una grande perdita. Ma se la parola di una persona con poca esperienza non dovesse bastare, almeno è possibile garantirvi che il gioco è intuitivo e si fa apprezzare facilmente anche da giocatori che preferiscono altre tipologie di titoli.

Once Human i Pro e Contro per la recensione

Leggi anche: NOOB – THE FACTIONLESS, LA RECENSIONE: UN GIOCO NEL GIOCO

Once Human

Voto - 8.8

8.8

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Once Human è un survival multigiocatore gratuito pubblicato da Starry Studios, disponibile su Steam ed Epic Games.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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