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Kunitsu-Gami: Path of the Goddess – Recensione di una danza leggiadra e letale

Annunciato a sorpresa nel corso del Summer Game Fest 2023, Kunitsu-Gami: Path of the Goddess ha saputo attirare l’attenzione degli utenti fin dal primo trailer: ciò si deve sicuramente alla scelta di una delle ambientazioni più popolari tra i videogiocatori, ossia il Giappone mitologico, ma non pensiamo che il fascino dei titolo si fermi qui, anzi.

Elegante e allo stesso tempo dirompente, Kunitsu-Gami promette al giocatore di vivere un’esperienza stimolante ma anche riflessiva, energica ma non per questo poco delicata: si tratta, avrete capito, di un titolo composto da due anime tra loro parallele e, ad un occhio frettoloso, addirittura incompatibili. Sarà davvero così? Dopo aver avuto una prima occasione di metter mano al titolo tramite la demo, possiamo finalmente darvi i nostri pareri definitivi sulla nuova avventura realizzata da Capcom.

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess

Una magica donzella da preservare

La trama di Kunitsu-Gami è semplice ma ben delineata: in un Giappone feudale alternativo, la Dea del monte Kafuku si vendica sui suoi abitanti, accusati di aver prosciugato in maniera avida e incontrollata le risorse da essa offerte, scatenando su di loro delle mostruose Furie: creature dall’aspetto terrificante che, da portali stregati dalla rabbia della Dea, si riversano nei villaggi che costellano la montagna, trafugando le preziose maschere custodite in ognuno di essi.

Impersoniamo Soh, un guerriero armato di spada evocato dalla sacerdotessa della montagna Yoshiro: la giovane ed elegante donna è di fatto l’unica che, mediante una serie di complessi rituali, può liberare la montagna dalle Furie e riportare le maschere nei rispettivi villaggi ma, come potrete ben immaginare, la donna non può compiere i suoi rituali senza che vi sia qualcuno a guardargli le spalle, ed è qui che entriamo in gioco noi.

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La storia, insomma, non è che un pretesto per passare da una zona della montagna all’altra e, in fin dei conti, ci sembra una scelta saggia, dato il genere del gioco stesso. La trama è poco invadente ma funzionale e, dopo un notevole sprint iniziale, si cristallizza: cessano i dialoghi in ogni loro forma e, soprattutto per questo motivo, ci risulta difficile affermare la riuscita o meno caratterizzazione dei personaggi, che sono di fatto un guscio emotivamente vuoto di pura (e meravigliosa) estetica.

Un punto che siamo praticamente costretti a mettere in primo piano, dato che questo figura evidente e prepotentemente fin dai primi trailer, riguarda proprio l’estetica del gioco: Kunitsu-Gami è un progetto di rara bellezza artistica che, senza sfociare in un freddo iperrealismo, riesce a trasmettere chiaramente determinate emozioni grazie alla scelta dei colori, del design dei personaggi, delle ambientazioni e delle musiche.

La semplicità delle campagne giapponesi riesce insomma ad esprimersi in tutto il suo fascino anche nel momento in cui sopraggiungono le Furie, dal design sgraziato e poco in linea con il resto del mondo di gioco ma, comunque, capace di mescolarsi ad esso con una certa dignità, come in un libro di fiabe orientali leggermente ingiallito dal tempo.

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Un gioco di lame e passi di danza

Per quanto concerne il gameplay, Kunitsu-Gami prosegue la sua parabola dell’eterno contrapporsi tra due sfere: quella della leggiadria e quella della letalità. Il titolo è di fatto uno strategico ambientato all’interno di piccole arene formate da corridoi: ogni livello si divide in due grandi sezioni, il giorno e la notte. Durante il giorno dovremo purificare il villaggio di turno, infestato da creature animali e piante infette dalle Furie e popolato dai suoi abitanti che, dopo essere stati purificati, potranno essere reclutati per fornirci il giusto sostegno in battaglia.

Una volta terminato il giorno, infatti, avrà inizio l’assalto da parte delle Furie che, fino al giungere dell’alba, assaliranno in massa il villaggio: il nostro obbiettivo sarà quello di sopravvivere alla nottata e, cosa ancora più importante, di far sopravvivere la sacerdotessa, intenta nel compiere il rituale di purificazione del portale maledetto e, per tale motivo, assolutamente indifesa.

Per difendere la sacerdotessa dovremo ovviamente combattere in prima persona, imbracciando la nostra lama ed eseguendo attacchi e combo ad arma bianca che ricordano delicati passi di danza e, soprattutto, fornendo direttive ai nostri alleati: non solo gli abitanti del villaggio, ai quali possiamo fornire indicazioni in merito al loro posizionamento all’interno del livello, ma anche il nostro amico costruttore, che, previo un certo periodo di tempo di vulnerabilità, potrà riparare per noi antiche barriere anti-furia che ostacoleranno l’avanzata nemica.

Kunitsu-Gami

In generale, all’interno di questi livelli “a corridoio”, abbiamo trovato una struttura estremamente equilibrata: forse troppo, tanto da risultare troppo facile, certe volte. I nemici e i personaggi alleati sono dotati di una buona IA, la struttura dei livelli offre varietà e semplici scorciatoie da tenere d’occhio per evitare di ritrovarsi circondati, i nemici hanno pattern d’azioni varie, tra attacchi a distanza, ravvicinati e dall’alto, quindi ogni orda deve essere affrontata con una strategia diversa.

Nell’atto di reclutare l’abitante, possiamo selezionare per lui un ruolo tra i tanti che vengono resi disponibili man mano che si prosegue nell’avventura: abbiamo boscaioli per gli attacchi ravvicinati, arcieri per quelli a distanza, ma anche maghi capaci di dare forma a delle barriere protettive temporanee e molto altro. In generale, troviamo che i diversi ruoli degli abitanti siano ben delineati e che scegliere l’alleato giusto per ogni contesto possa darci una grande mano al fine di completare il livello.

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Una volta terminata la nottata, se avremo raccolto sufficiente materiale purificante, potremo guidare la sacerdotessa fino al portale “incriminato” e porre fine alla maledizione delle furie sul villaggio. Ogni livello di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è composto da una sezione di liberazione del villaggio e da una bossfight, al termine della quale otterremo l’agognata maschera sacra.

Una volta liberato il villaggio di turno, potremo accedere alla tenda della sacerdotessa: presso di questa possiamo modificare il nostro arsenale di “talismani” che ci consentiranno di ottenere potenziamenti di vario genere nel corso dei combattimenti, salvare il gioco o scoprire la storia della montagna e dei suoi abitanti mediante illustrazioni che potremo collezionare completando i livelli. Potremo, inoltre, richiedere agli abitanti del villaggio di effettuare lavori di ristrutturazione di edifici e altre infrastrutture, così da ottenere dei piccoli premi.

In generale, però, si avverte la mancanza di interazione tra gli abitanti del villaggio e Soh: nessun mercante, nessuna missione secondaria e poco pi di un contentino al completamento dei lavori di ristrutturazione. Effettivamente, l’unica cosa interessante da fare all’interno di queste sezioni “purificate” è accarezzare i cagnolini.

I boss di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess sono croce e delizia del mondo di gioco. Ispirati ed interessanti nel design e nello stile di combattimento, risultano però impegnativi da gestire principalmente per due motivi: in primo luogo, mai come contro i boss i nostri alleati si riveleranno praticamente inutili (non perché la difficoltà generale aumenti più di tanto durante la bossfight, ma quanto più perché la Furia, per motivi non ben precisati, tenderà ad attaccare prima i villici, decisamente meno potenti, che noi).

In secondo luogo, segnaliamo una struttura dell’arena del boss non sempre all’altezza della situazione: sebbene la telecamera possa ruotare completamente offrendo una visuale piuttosto ampia al giocatore, non capiterà raramente che il nostro personaggio e il boss si “incastrino” in zone poco affini alla rotazione della telecamera, finendo in veri e propri angoli ciechi.

Kunitsu-Gami

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess in conclusione

Il titolo edito da Capcom, in conclusione, risulta convincente e stimolante nella sua semplicità: con una durata totale della campagna piuttosto modesta e un gameplay immediato che risulta efficace ma, per certi versi, ripetitivo e povero di sfumature che arricchiscano l’esperienza complessiva. Ciò in cui Kunitsu-Gami: Path of the Goddess eccelle, in sostanza, è la sua apparenza: stile artistico curato e gameplay ad un primo acchito intrigante e soddisfacente; ma ciò in cui il titolo pecca è proprio la riproposizione costante delle meccaniche che, seppur ben congegnate, mancano di una caratteristica imprescindibile: l’evoluzione e la volontà di correre il rischio di cambiare, che sia in meglio o in peggio.

Sara 1

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess

Voto: - 7.8

7.8

/10

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un titolo edito e sviluppato da Capcom disponibile dal 19 luglio 2024 su PC, Xbox Series X/S e PS5.

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Sara Pandolfi

Sara Pandolfi

Classe 2004, ma il mio gioco preferito è più vecchio di me. Mi trovate in giro per le strade con uno scudo Hylia sulle spalle e questo dovrebbe già spiegarvi molte cose

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