Una storia molto particolare quella che ha contraddistinto Ubisoft e un gruppo di rievocazione storica reale noto per la rappresentazione di una legione battagliera del passato. La controversa riguarda Assassin’s Creed Shadows ed è nata dopo che alcuni videogiocatori giapponesi hanno notato la presenza della bandiera dei Sekigahara Teppotai in una delle concept art ufficiali del gioco, utilizzata senza la necessaria autorizzazione.
Tale informazione è arrivata a uno dei rappresentanti e membro del gruppo, il quale ha confermato il fatto che il design della loro bandiera fosse stato utilizzato senza il permesso dei creatori. Per poter dare notorietà alla questione, l’utente si è registrato sul portale Ubisoft Japan e ha contattato il supporto attraverso il classico format previsto dal sito, con la semplice richiesta di contattare i rappresentanti del gruppo per ricevere le dovute autorizzazioni, nel caso ci fosse l’intenzione di continuare a usarla.
La richiesta è stata alquanto ragionevole e sul web molti giocatori di provenienza giapponese hanno cercato di offrire loro supporto al gruppo di rievocazione storica per non essere ignorati. I responsabili dell’azienda non si sono fatti sentire per qualche giorno, fin quando non è stato lo stesso utente che ha contattato Ubisoft a scrivere di aver ricevuto risposta con le opportune rassicurazioni sull’utilizzo della suddetta bandiera.
Le scuse ufficiali di Ubisoft
A quanto pare Ubisoft ha accettato la critica riguardo la loro immagine artistica realizzata per Assassin’s Creed Shadow, rimuovendola dal proprio sito ufficiale. Come scritto dal membro che aveva sollevato la problematica nei confronti dell’azienda, egli è stato contattato in data 3 luglio ricevendo alcuni chiarimenti riguardo il futuro di questa bandiera all’interno del gioco e delle immagini.
La bandiera del gruppo di rievocazione storica non sarà più utilizzata, a eccezione dell’artbook presente all’interno della collector’s edition, ormai già stampato e impossibile da modificare per rimuoverla. Per questo, Ubisoft stessa ha contattato il gruppo e ha espresso le più sentite scuse al riguardo, le quali sono state accettate senza creare troppi problemi.
Ubisoft in questo caso ha mostrato responsabilità nel riconoscere l’errore e nel prendere provvedimenti per correggerlo, con la vicenda che si è risolta pacificamente e nel rispetto delle proprietà intellettuali e delle tradizioni culturali. Per quanto si tratti di un elemento secondario agli occhi di una grande moltitudine di persone, per altri si tratta di una cosa importante, nonché di una questione di principio, e aver risposto prontamente a una tale critica ha stabilito un esempio concreto sul modo in cui le aziende videoludiche dovrebbero rispondere a queste situazioni.