Google sta venendo indagata nuovamente per una presunta evasione fiscale dalla Guardia di Finanza, e se nel 2017 il colosso di Mountain View ha dovuto pagare “solo” 300 milioni di euro, stavolta rischia di dover pagare molto di più: un miliardo di euro. La Guardia di Finanza sta indagando su alcune mosse sospette dell’azienda, che pensa si sia comportata come Netflix nel 2022.
Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, le autorità parlano di Google sostengono che la sede europea di Google abbia ridotto al minimo i versamenti all’erario del paese perché in Italia ha una “stabile organizzazione” che impone alle big del web di pagare molte più imposte rispetto a quante ne versano.
Google e la stabile organizzazione in Italia
Ma cosa sarebbe una “stabile organizzazione”? Il termine indica solitamente una sede fissa di affari che viene usata da un’azienda estera per operare e offrire i propri servizi in uno stato, e può essere immateriale o materiale. In questo caso vuol dire che ci sono degli uffici veri e propri nei paesi in cui si opera, e nel caso dell’Italia. Praticamente Google avrebbe pagato le tasse dalla sede europea principale in Irlanda, trattenendo però le cifre che avrebbe dovuto pagare anche la sede in Italia.
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Questo perché le aziende delle big tech pensano che pagando meno tasse andranno a massimizzare gli utili in un paese estero. La Guardia di Finanza di Milano e l’Agenzia delle Entrate hanno controllato tutti i conti di Google, e hanno capito che c’erano delle cifre che non quadravano e che mancavano all’appello almeno un miliardo di euro.
Due anni si è scoperto che Netflix operava in maniera simile: aveva infatti una stabile organizzazione materiale per i suoi server, con i quali garantiva a milioni di telespettatori italiani un flusso costante dello streaming. La sede europea della piattaforma streaming si trova in Olanda, e in Italia ha una sede fissa di affari. Allora Netflix ha dovuto ovviamente pagare per l’evasione, anche se una cifra “contenuta” di 56 milioni di euro.
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