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Ex CEO di PlayStation contro i giochi “troppo lunghi e realistici”: un freno per l’industria?

Shawn Layden, presidente SCEA e di SIE Worldwide Studios fino al 2019 ed ora consulente strategico in Tencent, nonché ex CEO di PlayStation, si è nuovamente espresso sulla particolare (e delicata) situazione in cui versa l’industria del gaming. L’ex CEO ha, a più riprese, analizzato le dinamiche di mercato e i trend che hanno portato i risultati di cui siamo ogni giorno testimoni, come licenziamenti di massa, chiusure di studi e progetti cancellati.

Per esempio, alcuni mesi fa, Layden ha rilasciato una dichiarazione a proposito del concetto stesso di esclusiva legato alle produzioni tripla A, definendolo un vero e proprio tallone d’Achille per il business di un’azienda che punta a un target di massa. Per lui sarebbe maggiormente sensato, infatti, basarsi su produzioni leggermente meno pretenziose dal punto di vista del budget, ma potenzialmente capaci di attecchire al pubblico più vasto di cui sopra.

Shawn Layden consigliere Tencent

“Pochi giocatori terminano realmente i tripla A troppo longevi” per l’ex CEO di PlayStation

Stavolta Layden, rivolgendosi ovviamente agli sviluppatori, ha dichiarato presso GameIndustry che sarebbe utile dare un freno alla realizzazione di giochi molto lunghi e fotorealistici, soprattutto quando non necessario. Il presidente di SCEA ha sottolineato come, statisticamente, soltanto il 32% dei giocatori finisca effettivamente un titolo iniziato. Gli sviluppatori, dunque, sarebbero impegnati a produrre una marea di contenuti che il 68% non vedrà nemmeno.

Non c’è alcuna informazione sulla fonte dei dati che Layden riporta nell’intervista in oggetto. L’unica statistica rilevante, e realmente pubblica, potrebbe essere quella riferita ai trofei/obiettivi sulle console, dove, apparentemente, i suddetti dati troverebbero riscontro. Anche i giochi più grandi e amati, come Red Dead Redemption 2, vengono completati da una percentuale minima di giocatori.

Marvels Spider Man PC Ray Tracing 1

Il fotorealismo “non viene nemmeno notato dal giocatore”

A proposito del fotorealismo, l’ex CEO PlayStation ha un’altra opinione molto netta: per lui, la maggior parte delle evoluzioni tecniche, in campo grafico, verso le quali gli sviluppatori cercano continuamente di tendere, non verrebbe nemmeno notata dal videogiocatore medio. Gli studi starebbero sprecando, dunque, un ingente quantitativo di risorse e tempo per qualcosa che, all’atto pratico, passerebbe in sordina.

Insomma, al netto della provenienza delle statistiche dichiarate, gli interventi sono stati certamente molto diretti. In generale, le analisi del periodo (ormai lungo) di crisi dell’industria servono comunque a razionalizzare e dare una direzione di ripresa ipotetica al mercato, dunque vedremo se e quali aziende daranno ragione a Layden.

Shawn Layden Gamelab

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Alberto Vajro

Alberto Vajro

Classe '92 senza esserne pienamente consapevole, mi nutro di videogiochi, fumetti e prodotti video sin da quando ho memoria. Dato che non finirò tanto presto, perché non discuterne?

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