Nonostante non abbia attirato l’interesse voluto da Warner Bros Games, Suicide Squad Kill the Justice League continua a far parlare di sé per il suo futuro, anche se non si tratta di certo di notizie sempre positive. L’azienda recentemente dichiarato di aver perso oltre 200 milioni di dollari a causa gioco, un fallimento largamente preannunciato dalla community, consapevole dei problemi e della poca attrazione dei giochi con un modello live service, troppo spesso considerati incompleti.
Il conteggio dei giocatori lascia a desiderare, considerando che soltanto su Steam il numero non riesce a raggiungere nemmeno il migliaio di giocatori e si suppone che la situazione sia la stessa anche su PlayStation e Xbox. Per questo motivo, tanti si aspettano che nei piani di WB Games ci sia il voler terminare il supporto al gioco, rinunciando a tutti gli aggiornamenti futuri previsti inizialmente dalla roadmap, dopo aver rinunciato agli aggiornamenti settimanali.
La prima stagione non ce l’ha fatta a rinnovare l’interesse dei giocatori e, a meno di colpi di scena, la situazione non cambierà nemmeno in futuro, per cui l’idea principale è che tutto verrà presto abbandonato. D’altronde questo è il destino di tutti i giochi live service, i quali possono beneficiare di un piano per il futuro soltanto se riescono a convincere la community, ma nel caso di suicide Squad, forse c’è la volontà di provarci per ancora un po’ di tempo.
Conviene continuare con Suicide Squad?
Secondo l’intervista portata avanti da kotaku, WB Games non ha intenzione di abbandonare il supporto a Suicide Squad, anzi l’intenzione sarebbe quella di proporre contenuti per le prossime stagioni e completare almeno la roadmap annunciata in precedenza. Ma per quanto il tutto possa essere accompagnato da parole incoraggianti ed encomiabili, esso in realtà suona come un conto alla rovescia prima dell’inevitabile fallimento definitivo.
Non c’è la certezza che effettivamente vedremo delle nuove stagioni su Suicide Squad Kill the Justice League, dato che in questo business è facile tornare sui propri passi e avere dei ripensamenti. Ad avvalere questa ipotesi possiamo aggiungere l’idea che si tratti di un cattivo investimento, dato che non ha molto senso spendere diversi milioni per soddisfare una porzione di videogiocatori molto piccola, rispetto a quella che poteva essere prendendo delle decisioni diverse e più propense all’ascolto della community.