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Piracy Shield ai saluti, entro la fine del 2024 subentrerà una nuova piattaforma

Dopo un inizio decisamente poco incoraggiante, la piattaforma Piracy Shield non è riuscita a imporsi come da programma nell’ambiente in qualità di mezzo di contrasto alla pirateria e come forma di tutela dei servizi legali, raccogliendo numerosissime critiche in questi 5-6 mesi di operato, soprattutto per il suo continuo blocco di indirizzi IP legali, rispetto alla sua mansione originale, ovvero quella di bloccare siti e piattaforme illegali create per lo streaming di eventi sportivi.

A discutere di queste prime battute di Piracy Shield e del suo futuro, è intervenuto nuovamente Massimiliano Capitanio, commissario dell’AgCom, in una lunga intervista moderata dal direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini durante il Festival della Serie A a Parma. Il discorso iniziale è stato quello di sottolineare quanto di buono fatto dalla piattaforma, elogiando le decisioni prese dall’Italia nel diventare il primo Paese ad aver introdotto le ingiunzioni dinamiche e l’unico in cui si può domandare a ISP di mettere offline un contenuto in 30 minuti.

In questo lasso di tempo tra Febbraio e Maggio 2024, Piracy Shield ha disabilitato quasi 18.000 stringhe e indirizzi internet, con conseguente saturazione delle strutture, un numero che rappresenta il doppio di quanto fatto in tutti i 10 anni precedenti combinati. Ma come è stato specificato dalle critiche, non è tutt’oro quello che luccica. Forti timeout e problemi di saturazione hanno dimostrato che c’è bisogno di attuare dei cambiamenti radicali, di cui il più importante dal punto di vista infrastrutturale. Entro la fine del 2024 si passerà alla fase 2 del progetto, con Piracy Shield che subirà un cambio fondamentale di piattaforma, in favore di una nuova e migliorata, soprattutto per ricevere e lavorare la gigantesca mole di dati.

Piracy Shield

Piracy Shield non è l’unica soluzione

Capitanio aggiunge a tutto questo discorso il concetto di <problema culturale>, sottolineando anche quanto lo scopo e l’utilizzo di Piracy Shield sia molto più complesso di quanto ci si aspetta. La pirateria non si applica soltanto agli eventi sportivi e non è necessaria per abbattere i costi, è dannosa ed è sfruttata in molti più contesti. Di seguito, vi lasciamo le dichiarazioni del commissario AgCom su questo problema che avviene su internet e quanto sia necessario punire tutte le persone coinvolte, a prescindere dal loro contributo nel favorire la pirateria.

Pochi giorni fa uscita notizia che su Telegram sono stati diffusi 360 milioni di email e password di iscritti ai canali che frequentavano prevalentemente siti illeciti che consegnavano dati per pezzotto e simili, c’è un problema culturale. Non entro nel merito dei costi degli abbonamenti, ma vengono scaricati anche libri a basso prezzo. È un problema culturale che non riguarda solo la pirateria, ma tanto di quello che avviene su internet. AgCom sta facendo un percorso complesso, nei giorni scorsi sono state sviluppate linee guida per ottenere il patentino digitale nelle scuole.

L’ultimo fattore è quella delle sanzioni: è fastidioso multare l’utente finale? Sì, ma colpire piattaforme non è sufficiente. Se metto autovelox si capisce che c’è limite, oggi pirateria non si capisce. Da 150 a 500 euro con nuova normativa, è pronto un protocollo con Agcom, GDF e Procure e il passaggio finale sarà la sanzione all’utente finale. Il tribunale di Barcellona ha obbligato a consegnare la lista di chi frequentava siti pirata, anche in Italia si muoverà

Piracy Shield contro lo streaming illegale del calcio

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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