“La guerra non cambia mai” dice una famosa citazione, a cui forse andrebbe aggiunto che le armi con cui si combatte cambiano eccome, certe volte fino a diventare quasi ridicole — ma non per questo meno pericolose. È il caso dell’ultima intimidazione messa in campo dalla Corea del Nord, che nei giorni scorsi ha liberato in cielo oltre 260 palloni aerostatici carichi di rifiuti ed escrementi, oggetti che hanno “bombardato” il suolo della confinante Repubblica del Sud causando disagi e tensioni.
Gli oggetti che le autorità di confine hanno osservato planare fino a terra sono definibili mongolfiere solo peccando di lusingheria: i report descrivono palloncini bianchi traslucei del diametro di 70cm, sotto i quali sono stati legati con dello spago numerosi sacchetti di plastica contenenti vari tipi di sostanze sgradevoli. Carta igienica, letame, batterie esauste, e perfino pannolini sporchi; queste sono le munizioni che la Corea del Nord ha scelto di usare tra martedì e mercoledì, provocando lo sgomento della popolazione e dei militari di Seul.
Le autorità Sud Coreane si sono subito attivate in congiunzione con il Comando delle Nazioni Unite, avvisando i cittadini di non toccare i palloni arrivati a terra. La preoccupazione era che all’interno del “carico” di questi nefandi palloncini potessero nascondersi anche sostanze chimiche nocive, materiali radioattivi, o altri oggetti dannosi, anche se sembra che questa volta nei sacchetti ci fosse solo tanta spazzatura.
I palloni di rifiuti da Corea del Nord non sono cosa nuova
Tuona il JCS, un pannello di capi delle forze armate Sud Coreane: “Intimiamo severamente alla Corea del Nord di cessare immediatamente queste azioni disumane e volgari“, azioni che peraltro sono state prontamente rivendicate da Kim Yo Jong, sorella di Kim Jon Un. La motivazione del gesto è presto detta: si voleva rispondere alla provocazione di un attivista Sud Coreano che questo aprile aveva inviato un milione di palloni a Pyongyang — “mongolfiere” di fortuna che non contenevano escrementi ma volantini propagandistici, dollari americani, e dischi di K-pop.
Si tratta di uno stratagemma di “guerra psicologica” che le Coree adoperano l’una contro l’altra sin dai tempi della guerra fredda, anche se recentemente si era verificato solo raramente. Nemmeno il concetto di base è poi tanto inedito: basti pensare a quando i Fiorentini, nel 1233, scagliarono 5 asini oltre le mura della città di Siena con le loro catapulte (tecnica detta manganeggiare), un gesto di scherno e minaccia.
Nonostante l’ilarità che una tale tecnica possa scatenare presso chi è fuori dal raggio delle “260 mongolfiere di m…a“, l’azione rimane molto grave secondo alcuni esperti. Da quando il conservatore Yoon Suk Yeol è salito alla presidenza Sud Coreana, Kim Jon Un è tornato a usare toni aspri contro la repubblica, che dal canto suo intende adottare una linea dura contro la Corea del Nord.
Forti anche le preoccupazioni da parte degli americani, che in vista delle elezioni di novembre tengono gli occhi aperti per ogni tipo di oggetto volante: viene subito in mente il pallone-spia arrivato dalla cina lo scorso febbraio, abbattuto senza pietà da un razzo Sidewinder.