Il caso del “furto” dello smartphone di Fabio Rovazzi ha destato molto scalpore, la discussione dell’opinione pubblica non si è arrestata nemmeno quando l’artista ha ammesso che fosse tutto finto, insomma l’ennesima messinscena architettata a fini pubblicitari.
La vicenda, però, ha suscitato anche lo sdegno dell’amministrazione comunale della città di Milano, tanto che l’assessore Pierfrancesco Maran non solo si è scagliato duramente contro il cantante, ma ha anche paventato l’ipotesi di procedere per vie legali contro Rovazzi.
Il Comune di Milano contro Fabio Rovazzi
Negli scorsi giorni, Fabio Rovazzi era tornato brutalmente al centro della scena mediatica a causa di un furto subito nel centro di Milano: durante una diretta su Instagram, il cantante sembrava essere stato sorpreso da uno sconosciuto che lo ha privato della smartphone.
Com’è noto, in realtà era tutto organizzato, non si trattava di altro che una nuova trovata di marketing, messa in atto dal cantante per sponsorizzare l’uscita della sua nuova canzone. Un’espediente sicuramente di successo, ma mal digerito dall’amministrazione comunale.
Infatti, l’assessore comunale del PD, nonché candidato alle prossime elezioni europee, Pierfrancesco Maran, ha criticato aspramente sui social l’operato di Rovazzi. L’assessore sostiene che, col suo agire, il cantante abbia messo in cattiva luce la città di Milano, pertanto sta valutando se fargli “causa per danni di immagine” e denunciarlo per simulazione di reato.
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“Ma che bella trovata #Rovazzi! Anche noi milanesi potremmo avere un’idea divertente di marketing nel farti causa per danni di immagine e simulazione di reato. Anche perchè troppi ‘vip’ ultimamente si stanno facendo pubblicità simulando reati qua”
Anche il Sindaco della città Meneghina Sala ha commentato negativamente la vicenda, definendo il comportamento di Fabio Rovazzi arrogante, sia per il fatto in sé, sia per come questi ha rivendicato la cosa.
Per il momento, il Comune di Milano non ha ancora agito per vie legali, qualora dovesse farlo, Rovazzi rischierebbe fino a 3 anni di reclusione e potrebbe essere costretto a risarcire il Comune per il danno d’immagine.