Satoru Gojo è conosciuto come il più potente stregone dell’era moderna in Jujutsu Kaisen, anche se ultimi avvenimenti del manga lo è più che altro per i meme ispirati alla sua frase “Nah, I’d Win“, riferita al suo scontro contro Sukuna. Il personaggio è sempre stato uno dei più popolari della serie creata da Gege Akutami, e nonostante nel manga sia stato assente dalla storia per tantissimo tempo, di recente ha brillato nella seconda stagione di Jujutsu Kaisen.
Nei suoi primi 5 episodi, la stagione ha infatti adattato l’arco del manga dedicato interamente a lui e al suo passato. In realtà si tratta di un arco che racconta più la discesa nell’oscurità del suo migliore amico Suguru Geto, ma Gojo svolge comunque un ruolo principale negli eventi, soprattutto nello scontro con Toji Fushiguro.
Proprio in quella battaglia, Gojo riesce a usare la tecnica maledetta inversa per curarsi e a scagliare per la prima volta il suo attacco Viola mentre si trova in un momento di pura follia, mettendo fuori gioco l’avversario con un colpo solo.
Il cosplay di Gojo al femminile fatto da Eugenia Bellomia
Del Gojo liceale colpisce anche il modo di vestire forse meno particolare. All’epoca i suoi occhi non erano ancora così straripanti di potere, per questo non li copriva con la fascia nera ma con dei semplici occhiali da sole. questo suo look ha ispirato una nostra vecchia conoscenza, la cosplayer Eugenia Bellomia (già autrice di due ottimi cosplay ispirati a Bulma di Dragon ball), a creare una versione femminile di Gojo.
Nella foto che mostra il suo cosplay, la si vede intenta a togliersi gli occhiali da sole per mostrare gli occhi azzurri. L’outfit è invece un pochino succinto: piuttosto che indossare la divisa dell’istituto di arti occulte di Tokyo, Eugenia ha indossato una canottiera nera e un indumento intimo che ricorda la parte inferiore di un bikini. Per ricreare invece i capelli ha invece indossato una parrucca realizzata da @lykos.wig (il cui profilo risulta irraggiungibile). Nella didascalia ha invece scritto “Sono la più forte” per citare l’originale.