L’intelligenza artificiale generativa ha, in un certo senso, rivoluzionato l’esperienza di molti di noi. In special modo, questa nuovo tipo di tecnologia ha permesso a molte società (Meta in primis) di proiettarsi verso un campo ancora pieno di potenziale e capace di avanzare molto velocemente.
Eppure, l’utilizzo di una AI generativa può determinare una violazione del diritto d’autore spettante a terze parti. Infatti, non è infrequente che l’intelligenza artificiale si avvalga illecitamente, durante la generazione di un contenuto, di materiale altrui coperto da copyright.
Tale problematica è molto avvertita dalle grandi compagnie tecnologiche, specie da Meta, che sta tentando disperatamente di cercare un modo per addestrare una AI senza violare i diritti d’autore spettanti a terzi. Ma c’è un problema: la società di Mark Zuckerberg non riesce a trovare abbastanza materiale per addestrare la nuova intelligenza artificiale senza incorrere in violazioni.
Meta cerca di addestrare le AI non violando il diritto d’autore (ma senza successo)
Il progressivo sviluppo delle AI ha portato le diverse big tech a dare in pasto sempre più dati ai diversi algoritmi generativi. Ciò ha fatto in modo che il materiale generato da simili intelligenze artificiali potesse dar luogo a diverse violazioni del diritto d’autore e, di conseguenza, esporre queste società al rischio di incorrere in azioni legali.
Pertanto, l’obiettivo di Meta (così come quello delle altre società che operano in questo settore) è quello di riuscire ad allenare le diverse AI senza ledere l’altrui copyright. La società di Mark Zuckerberg, però, non dispone della proprietà intellettuale su così tanto materiale.
Il problema dell’insufficienza di materiale letterario si è presentato nel corso del 2023. Secondo un report pubblicato dal New York Times, sembra che la questione avesse già raggiunto un livello critico nel corso dei primi mesi dello scorso anno, tanto che i dirigenti della società guidata da Mark Zuckerberg si sono riuniti a cadenza quasi giornaliera per trovare delle soluzioni.
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Molte sono le proposte emerse durante i colloqui: acquisire la casa editrice Simon & Schuster (successivamente acquistata dal gruppo finanziario KKR lo scorso agosto per l’esorbitante cifra di 1,62 miliardi di dollari), acquistare dei diritti di utilizzo delle opere letterarie per 10 dollari a volume, assumere delle persone in Africa per scrivere delle opere per conto del colosso americano.
Dal report emerge che la commissione incaricata abbia preso in considerazione la possibilità di continuare ad addestrare illecitamente le intelligenze artificiali con materiale coperto da diritto d’autore. Inoltre sembra che un avvocato si sia opposto a una simile eventualità, sottolineando l’illiceità e l’inopportunità etica dell’operazione, rimanendo purtroppo inascoltato. Interrogata sulla questione, Meta ha deciso di non rilasciare alcun commento.