TIM ha annunciato che riceverà un risarcimento di un miliardo di euro dal governo italiano per una causa legale del 1998. Quell’anno Telecom Italia si era da poco privatizza, ma il governo di allora ha ignorato il suo nuovo status o quello che era previsto dalla direttiva sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, avendo prorogato il canone per essere pagato quell’anno. L’azienda si era ritrovata quindi a pagare ingiustamente poco meno di 530 milioni di euro, 528,7 milioni.
Nel 2020 c’è stata però una svolta: quell’anno la magistratura europea aveva stabilito che nel 1998 il sistema normativo comunitario non consentiva a una normativa nazionale di poter prorogare l’obbligo di un’impresa di telecomunizazioni di pagare il canone, ma poteva soltanto richiedere il pagamento di costi amministrativi connessi a diversi ambiti (il rilascio, la gestione, il controllo e l’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali).
La sentenza della corte di Roma: TIM dovrà essere risarcita dal governo
Ieri, dopo 26 anni dal pagamento, la corte di Roma ha emesso la sentenza favorevole per TIM, costringendo il governo a rimborsare all’azienda non solo i soldi pagati nel 1998 ma anche tutti gli interessi maturati nel tempo, con effetto immediato. L’azienda ha rivelato sul suo sito di aver già avviato le procedure per farsi dare il rimborso.
Il governo non ha accettato di buon grado la decisione della corte, e la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha già annunciato che presenterà ricorso presso la Cassazione per fare in modo che vengano sospesi gli effetti esecutivi della pronuncia della Corte.
Per TIM questa svolta ha anche significato una crescita in Borsa, avendo chiuso la giornata di ieri con un bel +5,19%, arrivando praticamente a sfiorare una capitalizzazione di circa 5 miliardi di euro. A inizio anno il governo ha approvato la vendita di TIM al fondo americano KKR per una cifra di 18,8 milioni di euro. La vendita sarà completata soltanto quest’estate, e chissà se per allora ci saranno ulteriori sviluppi su questa vicenda legale.