Da lunedì è entrata in vigore in Scozia una nuova legge “woke” contro i crimini d’odio, l’Hate Crime and Public Order Act 2021 (Hate Crime Act), ampiamente contestata da J.K. Rowling e da diversi esperti in giro per il mondo. Essenzialmente questa nuova legge offre una maggiore protezione a persone disabili, stranieri e che fanno parte della comunità LGBTQ+ (comprese le persone transgender) e introduce il reato di comportamento minaccioso o abusivo volto a fomentare l’odio.
Le critiche alla legge “woke” scozzese
Si tratta di una legge dai buoni propositi, ma ha suscitato diverse critiche internazionali perché è stata scritta in maniera poco chiara. Molti temono infatti che possa essere usata per minare la libertà di parole degli individui e incriminare persone che non credono nell’agenda gender. L’autrice J.K. Rowling è una dei più ferventi detrattori della legge, e non ha alcuna intenzione di piegarsi a quanto deciso dalle autorità scozzesi.
La madre di Harry Potter ha già affermato che continuerà a sostenere le sue credenze e ha accusato i legislatori scozzesi di attribuire un valore maggiore ai sentimenti degli uomini “che applicano la loro idea di femminilità” rispetto ai diritti delle “donne e ragazze reali“. Al momento Rowling si trova fuori dal paese, ma ha già sfidato la polizia ad arrestarla per quello che ha scritto.
Le preoccupazioni della scrittrice sono condivise anche dal primo ministro inglese Rushi Sunak e dalla deputata del Partito nazionale scozzese Joanna Cherry, la quale ha affermato di non avere dubbi sul fatto che la legge sarà utilizzata dagli attivisti per i diritti trans per mettere a tacere o criminalizzare le donne che non condividono le loro convinzioni.
Susan Smith di For Women Scotland ha condotto una campagna contro la legge e ha osservato che non si sa come i poliziotti e i giudici la interpreteranno, visto la vaghezza con cui è scritto.Si aspetta che ci saranno molte denunce maliziose e che ci saranno tante denunce rivolte proprio alla Rowling. Tutte le persone indagate si ritroveranno la vita stravolta, e potrebbero persino essere denunciate per commenti che fanno in privato a casa propria, come fatto notare da Adam Tomkins, professore di diritto pubblico all’Università di Glasgow ed ex deputato conservatore.
Il primo ministro scozzese Humza Yousaf ha risposto alle contestazioni dicendo che chi critica non ha nulla da temere se non hanno un comportamento minaccioso od offensivo. Pochi sono convinti dalle sue parole.
Alla controversia per le minacce alla libertà d’espressione si aggiunge anche la scarsa formazione della polizia in materia. Il segretario generale della Federazione scozzese di polizia, David Kennedy, è convinto che questa legge farà diminuire la fiducia delle persone nelle forze dell’ordine, in quanto le numerose denunce metteranno ancora più pressione a un corpo che vede una mancanza di agenti. Molti poliziotti hanno poi ricevuto una formazione inadeguata con un corso online di 2 ore e mezza, considerata insufficiente per indagare su qualunque situazione simile.