Piracy Shield non è certo stato il successo che AGCOM si aspettava: il sistema di oscuramento dei siti truffaldini per la trasmissione illegale di eventi sportivi sta facendo parlare tantissimo di sé, ma molto negativamente. Questo perché, come vi abbiamo già riportato nelle scorse settimane, il servizio starebbe oscurando decine di link legali causando grandi problemi ai proprietari dei siti ingiustamente censurati.
Il problema della censura è proprio un altro degli aspetti criticati dall’utenza: Piracy Shield è, in sostanza, un mezzo con uno scarso controllo da parte di AGCOM (che si sta rifiutando di accettare i reclami ricevuti) che rischia di far chiudere i battenti anche a servizi che non hanno nulla a che vedere con la pirateria. A tal proposito, su internet possiamo già trovare le prime raccolte firme per fermare questo sistema che rischia di rovinare la reputazione sul web di molti siti legali.
Piracy Shield rischia di avere vita breve
Mentre la questione sembra ormai pronta a sfociare per vie legali, il sistema di AGCOM si trova a dover fronteggiare un nuovo attacco diretto: il codice sorgente del sistema è infatti stato diffuso in rete. Ma questo cosa comporta in sostanza? L’utente GitHub che è riuscito a risalire al codice ha reso pubblici una serie di dati interni del sistema: tra questi abbiamo i manuali operativi per chi segnala domini e IP da bloccare e per gli internet service provider che devono bloccare.
La situazione, insomma, si fa sempre più complessa per AGCOM, con una fetta di utenza sempre più infuriata di fronte a quella che viene ormai definitiva all’unanimità una “forma di censura mascherata da soluzione per il problema della pirateria”.
Un nuovo approdo per le chiusure
Nel frattempo, però, il servizio non si ferma: come riportato da diverse fonti, lo Shield avrebbe iniziato a “censurare” in massa i siti con IP in Akamai, la grande piattaforma americana per la distribuzione di contenuti sul web. Si attendono ancora dichiarazioni ufficiali sia da parte di Akamai che da parte di AGCOM, mentre sono numerose le rimostranze da parte dei proprietari di siti internet che sono stati ingiustamente buttati giù dal sistema.