È da ormai qualche anno che il colosso dell’e-commerce, Amazon, si sta muovendo per reprimere e prevenire le numerose recensioni false che, ogni giorno, vengono pubblicate sotto i prodotti esposti dalla più celebre vetrina digitale del mondo.
L’impegno della società capitanata da Jeff Bezos si è rivelato davvero fruttuoso: con una sentenza storica, il Tribunale di Milano ha ordinato la chiusura del sito internet Realviews.it, che prometteva agli utenti il rimborso delle spese sostenute su Amazon in cambio di una recensione a 5 stelle.
I giudici italiani danno ragione ad Amazon
È la prima volta che un Tribunale italiano avalla la lotta condotta da Amazon contro le numerose recensioni false che affollano la piattaforma di e-commerce. Il Tribunale di Milano ha motivato la decisione di chiudere del sito Realviews.it affermando che “il proprietario del sito ha agito in violazione delle leggi sulla concorrenza sleale”.
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Inoltre, i giudici meneghini hanno stabilito che la condotta del proprietario ha causato “un danno sua ad Amazon che ai suoi clienti”, di conseguenza il comportamento illecito non solo era lesivo dei diritti della società, ma ha generato un danno anche nei confronti dei clienti della piattaforma.
Claire O’Donnel, direttore del settore di Selling Partner Trust & Store Identity della compagnia, ha commentato in modo favorevole la sentenza, sottolineando come la stessa rappresenti “una tappa importante” nella lotta “per proteggere i clienti dalle recensioni false”.
La stessa ha anche aggiunto che l’obiettivo del colosso americano è quello “di assicurare che ogni recensione sulla piattaforma di Amazon si affidabile e che rifletta le reali esperienze del consumatore. Intraprendendo azioni legali contro questi soggetti, Amazon sta mandando un chiaro messaggio sull’intenzione di perseguire i malintenzionati”.
Non è la prima volta che la società di Jeff Bezos propone azioni legali contro i soggetti responsabili delle recensioni false: solo lo scorso anno in Europa, Amazon ha intrapreso 44 procedimenti contro gli organizzatori di questo schema illecito.
Il boosting, questo il nome del fenomeno che organizza blocchi di recensioni false per aumentare il flusso di commercio intorno a un prodotto di uno store digitale, viene represso anche dalle associazioni di consumatori, tra cui Altroconsumo, le quali reputano questa condotta illecita e dannosa, idonea ad ingannare il consumatore in buona fede.
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