Nel settore dei videogiochi, una delle figure più aperte è indubbiamente uno degli ex boss di casa PlayStation, ovvero Shawn Layden, colui che ha ricoperto in passato il ruolo di CEO di Sony Computer Entertainment America. Il suo modo di esprimersi non è mai stato particolarmente riservato, come lo dimostrano le varie dichiarazioni fatte in merito all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, di cui non è stato un fan, e riguardo i pesanti licenziamenti che hanno colpito recentemente l’intero settore, dannosi per i lavoratori, ma ancora non così drammatici per danneggiare in maniera irreparabile l’industria, secondo il suo parere.
Attualmente lavora come consigliere per diverse aziende del settore tra cui Tencent, ma comunque l’ex CEO PlayStation fa ancora parlare di sé attraverso alcune interessanti dichiarazioni. Durante un’intervista portata avanti da GamesBeat, Shawn Layden ha condiviso la sua personalissima opinione riguardo un argomento molto sensibile che caratterizza l’intero settore ormai da tantissimi anni: l’esclusività dei titoli, soprattutto quelli tripla A.
Più piattaforme significa più utenti e più possibilità
Secondo il suo parere, se i costi legati a un gioco superano i 200 milioni, allora l’esclusività su una specifica piattaforma, che può essere PlayStation o qualsiasi altra, rappresenta di fatto un tallone d’Achille importante, con il rischio di ottenere dei risultati molto al di sotto delle aspettative. Egli cita inoltre un titolo come Helldivers 2, il quale ha dimostrato ampiamente come il rilascio contemporaneo su PlayStation 5 e su PC abbia aperto le porte a un pubblico molto più vasto e diversificato.
Layden sulla questione aggiunge altri pareri riguardo quello che dovrebbe essere l’obiettivo di ogni azienda che vuole rilasciare un gioco, soprattutto se esso è di natura gratuita o live service. Rilasciare i titoli su più di una piattaforma è un modo concreto per far entrare più persone e in merito ai free-to-play, come afferma l’ex CEO, il 95% di queste persone non è propenso a spendere soldi, quindi c’è bisogno di aumentare le percentuali di successo nel convertirli.
Egli inoltre menziona come c’è bisogno di fare dei cambiamenti drastici nelle correnti di pensiero per lo sviluppo dei giochi, sostenendo che se titoli come Call of Duty, Grand Theft Auto e Fortnite hanno ormai una community fissa, è improbabile che il resto dei giocatori sia propenso a giocare un nuovo titolo della stessa serie, dunque non ci sarebbe attrazione di nuovi utenti. Il suo pensiero è quello di tornare a proporre nella community titoli doppia A, un gradino più basso e con aspettative inferiori, ma con un possibile target di utenza più ampio.