Nella notte degli Oscar, tra tutti gli attori e le attrici che sono riusciti ad aggiudicarsi le ambite statuette d’oro, RDJ ha sbaragliato la concorrenza per applausi e approvazione nel momento in cui è salito per ritirare il premio come Miglior attore non protagonista.
La vittoria dell’Oscar, del premio Bafta e del Golden Globe è arrivata grazie alla sua partecipazione al film di Christopher Nolan, Oppenheimer. Film che ha fatto incetta di premi sia ai Globe, sia ai Bafta che stanotte agli Oscar.
Ma l’attore statunitense, interprete impossibile da dimenticare nel ruolo di Iron Man, ha voluto ricordare nel suo discorso, come la sua vita sia stata una incredibile montagna russa. Visibilmente emozionato RDJ, con il suo umorismo ha stemperato, commentando così la vittoria:
Vorrei ringraziare la mia terribile infanzia e l’Academy, proprio in quest’ordine. Ringrazio mia moglie. Lei mi ha trovato come un cucciolo abbandonato e da brava veterinaria mi ha riportato in vita. Il mio segreto? Avevo bisogno di questo lavoro più di quanto lui avesse bisogno di me.
La pazza vita di RDJ
RDJ cresce in una famiglia di artisti, figlio del regista Robert Downey Sr., ha esordito al cinema a soli cinque anni nel 1970 recitando in Pound e in diversi film per teenager negli anni ’80, fino al ruolo di protagonista nel biopic Chaplin del 1992 in cui interpreta il grande Charlie Chaplin ricevendo anche una nomination agli Oscar.
Negli anni ’90 RDJ passa un periodo buio, segnato da scandali e problemi legati al mondo della droga, che hanno messo in forte dubbio il futuro della sua carriera. Nel 1996, quando viene fermato dalla polizia su Sunset Boulevard, tutto sembra crollare: Robert Downey Jr. viene trovato in possesso di droga e di una pistola.
Nel 1999 dopo altre violazioni della libertà su cauzione viene condannato a tre anni di prigione a Corcoran, California, proprio mentre sta per uscire il suo ultimo film, Black and White. Rimane in carcere un anno, poi nel 2001 viene fermato mentre vaga a piedi nudi in stato confusionale per Culver City.
La sua lotta contro la dipendenza è stata lunga e difficile, ma con il sostegno della famiglia, di Mel Gibson paga per lui l’assicurazione necessaria per recitare a Hollywood, la pratica delle arti marziali orientali, lo yoga e l’adesione a un programma di recupero in 12 passi, è riuscito a rimanere sobrio per oltre 15 anni.
Da quel momento, inizia la sua rinascita, Ben Stiller lo vuole nella sua commedia Tropic Thunder e infine nel 2008 il regista Jon Favreau lo sceglie per Iron Man. Una vera e propria redenzione quella di RDJ che culmina col premio più ambito da un attore, l’Oscar. Come si fa a non amare Robert Downey Jr.?
