Nei primi giorni di marzo 2024 è stata risolta con un patteggiamento una delle cause legali che poteva mettere seriamente la parola fine al concetto di emulazione dei videogiochi. Protagonisti della vicenda sono Yuzu e Nintendo, con il primo a essere un software di emulazione proprio della console Nintendo Switch, utilizzato con l’obiettivo di favorire i giocatori in possesso fisico di un gioco su una piattaforma hardware differente da quella offerta, ma in realtà da tutta la causa sono emerse fuori delle informazioni rilevanti che non giustificavano affatto una tale premessa.
Per cominciare sin dall’inizio, Nintendo ha intentato un procedimento legale nei confronti di Yuzu per la sua mancanza di un modo legale di utilizzarlo e per aver seriamente danneggiato le vendite di una loro proprietà intellettuale, ovvero quella di Zelda, in quanto nel 2023 è stato distribuito un nuovo fenomenale capitolo della saga che ormai tutti conosceranno: The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom. L’emulazione del gioco avrebbe portato Nintendo a subire delle forti perdite, soprattutto per il download irregolare del gioco stesso, sotto forma di pirateria informatica. Ma quella che sembrava essere una causa destinata a durare molto tempo, si è invece conclusa molto rapidamente,
I responsabili di Yuzu infatti hanno concordato di pagare uno “sgravio monetario” nei confronti di Nintendo pari a 2.4 milioni di dollari, per compensare una possibile stima delle perdite. Assieme a questo patteggiamento, Yuzu è stata obbligata a cessare completamente le operazioni, vale a dire la distribuzione e l’utilizzo dei software, il loro marketing, la condivisione di qualsiasi prodotto o codice sorgente legato a esso, la chiusura del dominio ufficiale e il supporto a Citra, assieme a tante altre cose che indicano praticamente la rimozione di Yuzu da internet, nella maniera più completa possibile.
Ma gli autori di Yuzu non erano dei santi
Bloccando la distribuzione anche del codice sorgente, gli sviluppatori e responsabili di Yuzu si impegnano a fare in modo che non venga riproposto un tale software di emulazione con nome diverso o con funzionalità diverse, dissociandosi inoltre da qualsiasi collaborazione. Se mai ci fosse la volontà di riprovarci, essa verrebbe perseguita legalmente, in quanto l’accordo prevede di rinunciare a qualsiasi tipo di operazione futura, abbandonando completamente questa idea e questo prodotto.
A rafforzare le ipotesi che Yuzu e i suoi responsabili non saranno mai interessati a riproporre il loro software, c’è una scoperta emersa proprio negli ultimi giorni, ovvero la distribuzione non consentita di Rom, ovvero file contenenti giochi, probabilmente di proprietà di Nintendo stessa. Secondo quanto viene dichiarato attraverso un post, i responsabili si passavano per via privata queste Rom, le quali erano spesso anche giochi pre-lancio, di fatto condividendo gratuitamente un gioco da poter utilizzare sfruttando il loro software. Una pratica che non può essere definita legale.
Come se non bastasse, a quanto pare Yuzu raccoglieva dati degli utenti tramite una funzionalità chiamata Telemetria, cose come l’hardware utilizzato, l’indirizzo IP e anche i nomi dei giochi avviati. Le informazioni arrivano da alcuni strumenti a cui hanno avuto accesso le autorità e Nintendo, ottenuti durante l’investigazione e attraverso persone infiltrate nei loro server Discord. I nomi dei giochi sono sicuramente il motivo principale per cui la causa legale non è proseguita ulteriormente, considerando come avrebbero potuto facilmente incriminare i responsabili di Yuzu nella loro difesa contro le accuse di distribuzione pirata del titolo del 2023 di The Legend of Zelda, prima vittima dell’intera causa.
Tuttavia l’era dell’emulazione della Switch non è finita
Se l’emulazione della Nintendo Switch offerta da Yuzu e l’emulazione della Nintendo 3DS offerta dallo stesso gruppo con Citra sono ora ufficialmente terminate, qualcun altro ha già delle idee in mano per riproporre il software in altri modi, grazie soprattutto al codice sorgente di Yuzu, il quale è sempre stato accessibile, almeno fino a prima della causa perpetrata da Nintendo. Per quanto il codice sia già stato rimosso da Github assieme a tutti i possibili collegamenti, per il resto del web certe imposizioni non hanno potere, ma possono soltanto spaventare chi è intenzionato a raccogliere l’eredità lasciata da Yuzu.
Gli archivi contenenti il codice sorgente infatti sono già stati resi nuovamente disponibili su altri siti e piattaforme software, pronti per essere scaricati da una moltitudine infinita di utenti e a essere riproposti in base alla necessità. Di fatto l’emulazione per Nintendo Switch non è al suo ultimo capitolo, in quanto altri gruppi sono ora intenzionati a rilasciare nuovi software, pur essendo completamente scollegati da Yuzu e dal gruppo dietro il suo sviluppo, bloccato legalmente dalla partecipazione.
Secondo quanto riportato, son ben due progetti avviati per l’emulazione di Switch, ovvero Suyu e Nuzu, i quali sono stati realizzati sfruttando buona parte del codice sorgente del software originale. Tuttavia essi verranno distribuiti con un’ideologia apparentemente diversa in mente, ovvero quella di condannare la pirateria. Infatti non saranno presenti dei collegamenti a possibili Rom da poter scaricare nei canali ufficiali di questi progetti, nonostante non sia possibile prevedere se gli utenti accetteranno di seguire le regole. Tutta questa storia è stata indubbiamente utile a rallentare il mondo dell’emulazione su Nintendo Switch, ma non l’ha debellato completamente. Esso probabilmente continuerà a essere uno degli argomenti più sensibili e discussi del mondo del gaming.