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Elon Musk ironico

La libertà di espressione non sembra una prerogativa di Elon Musk

Dopo più di un anno che Elon Musk ha rilevato ufficialmente il colosso dei social media Twitter, poco dopo rinominato X, è tempo di prime valutazioni del suo operato che in quanto a libertà di espressione non sembra essere dei più ineccepibili. Quando l’uomo più ricco del mondo ha deciso di acquisire la piattaforma social che ha l’aura più pulita, seria e quasi istituzionale si sono create molte aspettative che attualmente sembrano essere disattese.

Se lo stesso uomo è un imprenditore che ha fondato aziende quantomai rivoluzionarie e all’avanguardia, come Tesla e SpaceX, e si autoproclama protettore della libertà di espressione, l’ultima cosa che ci si sarebbe aspettati è che sotto la sua guida X avrebbe preso una deriva censoria. All’imprenditore Sudafricano però bisogna riconoscere di saper sorprendere e anche in questo caso ha ribaltato i pronostici della vigilia.

In varie occasioni sotto la sua gestione su X si sono verificate delle sospensioni temporanee di account che non avevano violato in apparenza alcuna politica della piattaforma. Molti tra gli account bloccati appartenevano a giornalisti e personaggi illustri dichiaratamente in contrasto con Musk, il che ha fatto sembrare questi ban mirati.

Elon Musk ironico

Elon Musk vs Ken Klippenstein

Tra le denunce di osteggiamento di Elon Musk alla libertà di espressione su X ha avuto particolare rilievo quella con protagonista Ken Klippenstein, giornalista di sinistra che si dichiara un tutore della libertà di informazione e della libera conoscenza. Specializzato tra le altre cose nello svelamento e condivisione di documenti segretati.

Nello specifico Klippenstein nei primi giorni di gennaio di quest anno si è dichiarato in dissenso con le posizioni di Musk circa la guerra tra Israele e Hamas. Sul suo profilo ha infatti scritto: “Elon Musk ha discusso dell’IA con i militari israeliani mentre usano l’IA per bombardare Gaza”. Poche ore dopo il suo profilo X è stato disabilitato senza spiegazioni o preavvisi.

Le controversie tra Klippenstein ed Elon Musk hanno in realtà lontane origini. Nel 2014 infatti il giornalista ha preso di mira il magnate per essersi presentato a un afterparty dei premi Oscar in compagnia di Ghislaine Maxwell, condannata poi per traffico sessuale nello scandalo che vide coinvolto anche Jeffrey Epstein. Musk e Klippenstein ai tempi entrarono in conflitto via social, su Twitter ovviamente, con botta e risposta infuocati.

Elon Musk Ghislain Maxwell

ElonJet

Un altro account finito sotto la scure dei filtri di X in passato è stato @ElonJet, un profilo che aveva una missione chiara a partire dal nome. Attraverso l’analisi di dati pubblici analizzava infatti gli spostamenti del jet privato di Elon Musk rendendoli disponibili su tutte le piattaforme su cui era presente.

L’account ha attirato l’attenzione di Musk quando nel dicembre del 2022 uno stalker ha seguito, grazie a questi dati pubblici, un’auto di proprietà del magnate con a bordo il figlio convinto che ci fosse a bordo anche il proprietario di Tesla. L’inseguimento si è risolto in un nulla da segnalare ma ha spinto il capo di X a sospendere l’account ElonJet, e anche tutti i suoi retweettatori, sebbene non avessero violato nessuna politica aziendale.

A seguito di quell’evento venne ideata una nuova regola ad hoc che imponeva di “condividere informazioni sulla posizione disponibili al pubblico dopo che sia trascorso un tempo ragionevole, in modo che l’individuo non sia più a rischio di danni fisici”. Di tutta risposta venne creato il nuovo account @ElonJetNextDay che continua a pubblicare lo stesso tipo di dati a distanza di 24 ore per sottostare alla nuova regola.

ElonJet

È questione di politica

Non è difficile supporre il posizionamento politico di Musk a destra (tra moderata ed estrema). Lo lascia intuire la sua simpatia per l’ex presidente USA Donald Trump o la visita alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso dicembre. Sono molti a credere che se non ci fosse il limite della nazionalità Musk avrebbe da tempo percorso la carriera politica verso la presidenza.

Sulla base di queste supposizioni a molti è sembrato che le sospensioni di account appartenenti a giornalisti di sinistra, tra cui quello di Klippenstein, fossero opere di osteggiamento della libertà di espressione estremamente mirate. Con l’aggiunta della modifica delle policy di X basate su precedenti estremamente personali come il caso di ElonJet lasciano pensare che Musk utilizzi la piattaforma come il giardino di casa propria.

Nel mirino di quella che è stata definita “un’epurazione” a gennaio sono caduti vittima anche altri account tra cui quello di Steven Monacelli, giornalista ostile nei confronti della censura di Musk sulla sua piattaforma, o il podcast politico TrueAnon. Tutti account che non sembravano avere niente in comune, se non il loro posizionamento politico a sinistra e la disapprovazione nei confronti delle azioni di Israele nel territorio di Gaza.

Giorgia Meloni Elon Musk

Poteva andare meglio

Le denunce pubbliche per queste sospensioni non hanno avuto risposte soddisfacenti ed esaustive da parte di X. Il caso è stato archiviato con un tweet dello stesso Musk in cui ha dichiarato: “Facciamo pulizia di account spam/truffa e a volte gli account reali vengono coinvolti tra loro”. Una risposta che non ha convinto e che ha reso ancora più scettico chi già aveva delle riserve sull’operato di Musk quanto a tutore della libertà di espressione.

Le premesse dell’acquisto dell’imprenditore sudafricano del fu Twitter erano ben diverse. Il potere che risiede nelle mani di una personalità così influente e ricca di risorse lasciavano sperare in manovre ben più leali e cristalline a tutela dei valori di cui la rete si fa da sempre simbolo: democrazia, libertà e conoscenza.

Per il prossimo futuro si può sperare che le questioni sollevate da queste ultime sospensioni portino a un cambiamento. Un primo passo potrebbe essere l’ottenimento di spiegazioni chiare, puntuali e fondate sulle motivazioni di eventuali sospensioni. I social network infatti, ce ne si rende conto in momenti storici particolari come quello che stiamo vivendo, sono fonti di informazioni essenziali per venire a conoscenza di accadimenti che la stampa tradizionale non può, o non vuole, coprire e non dovrebbero essere ostacolate da nessun autoproclamato tutore della libertà e del progresso.

Elon Musk

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Giovanni Stilo

Giovanni Stilo

Classe '96 è appassionato di tech da quando da bambino in ordine: rompeva, smontava e rimontava tutte le cose elettroniche di casa. Oltre che con MOBO, GPU e iDevices gli piace flirtare con libri e fumetti e segue molti più sport di quanto sia sano fare. Nella vita tendenzialmente scrive e lavora diviso tra cinema e TV.

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