Pochi giorni fa alcuni dipendenti dei magazzini Amazon hanno lanciato un allarme al Parlamento Europeo, che mette preoccupazione per il futuro di diversi posti di lavoro. In diversi stabilimenti del colosso dell’e-commerce le persone vengono valutate e poi potenzialmente licenziate da un algoritmo. Quest’ultimo controlla tutti i dipendenti per vedere chi è sufficientemente produttivo, e chi no lo è viene licenziato anche dopo solo una settimana.
La testimonianza dei lavoratori di Amazon
Mroz Agnieska, lavoratrice polacca di un centro di smistamento Amazon, ha spiegato che questo algoritmo conta quanti pacchi vengono processati da ogni lavoratore, e chi rimane sotto la media viene licenziato. Questa media cambia ogni mese, quindi più il lavoro è veloce più si mettono in difficoltà i dipendenti: se un lavoratore è troppo lento riceve infatti una valutazione negativa che non può essere contestata in alcun modo.
Si tratta di una situazione davvero spiacevole, che non dà ai nuovi lavoratori la possibilità di ambientarsi e prendere ritmo con calma. A questa testimonianza si aggiunge anche la denuncia di Corinna Gross, rappresentante della confederazione sindacale tedesca Verdi, la quale ha dichiarato che in Germana Amazon si rifiuta di negoziare con il sindacato e di concludere un contratto collettivo.
Nessun rappresentante del colosso dell’e-commerce era presente in aula
Purtroppo erano assenti in aula dei rappresentanti di Amazon, in quanto i dirigenti hanno ritenuto che la data da loro offerta non fosse comoda per mandare qualcuno. Dragos Pislaru, presidente della commissione Lavoro dell’Eurocamera, ha dichiarato che è un peccato che un gruppo così grande non abbia trovato proprio nessuno da mandare.
Max Uebe, il direttore delle Dg Lavoro della Commissione UE, ha commentato le dichiarazioni di Mroz e Gross dicendo che i diritti dei lavoratori hanno molto da beneficiare dalla tecnologia, ma che questa storia dà delle ragioni ai timori che i lavoratori stanno provando verso le nuove tecnologie. Queste ultime rischiano infatti di diventare un modo per privare i lavoratori dei propri diritti, visto che il confine tra lavoro e vita provata diventa sempre più sottile.