Si torna a parlare dell’intricata situazione che coinvolge Apple (e in particolare il commercio di iPhone) e il territorio cinese: un forte neo-nazionalismo sta infatti prepotentemente minacciando una delle “oasi” più sicure del mercato della mela. Le nuove informazioni che arrivano dal territorio asiatico non sono per nulla rassicuranti.
Con il ritorno alla ribalta di Huwaei, il governo e la società cinese sta realizzando una sorta di ban nei confronti dei prodotti realizzati da aziende estere: tra tutti, il nemico numero 1 dell’espansione de mercato di telefonia cinese sembra essere proprio l’azienda statunitense, complice avere proprio sul suolo cinese il maggior numero di compratori.
Una rivoluzione che parte… dagli uffici!
Come riportato dalla testata Bloomberg, sempre più aziende ed entità statali cinesi starebbero vietando l’utilizzo del proprio smartphone a marchio Apple sul posto di lavoro. Ad entrare a far parte di questo strano veto sarebbero anche, in alcuni casi, tutti gli altri smartphone non realizzati da aziende cinesi. Le conseguenze di questa forte decisione si fanno sentire presso le borse, ove Apple sta iniziando a perdere valore.
Come riportato dal seguente grafico, abbiamo percepito un calo del prezzo medio di un’azione della grande mela passando da circa 183 dollari a “soli” 179 dollari. I tentativi di Tim Cook di instaurare un rapporto di fiducia con il governo cinese non sembrano essere andati a buon fine, tirate le somme sul piano finanziario.
Divieto di iPhone? Cerchiamo di capirci di più
Il presunto ban dei prodotti americani che abbiamo più volte citato all’interno dell’articolo è protagonista di un mistero dalle proporzioni diplomatiche non indifferenti: il governo cinese ha infatti negato in più occasioni, andando contro alle testimoniante raccolte dalla stampa specializzata, di aver stabilito il suddetto ban.
Quali potrebbero essere le conseguenze sul lungo periodo per gli affari di Tim Cook? Difficile dirlo ora come ora, bisognerà vedere se questa nuova meccanica elaborata e proposta sul posto di lavoro sarà al centro di nuove discussioni tra l’azienda e il governo cinese.