La presenza di contenuti riguardanti i giochi d’azzardo su Twitch e YouTube è sempre stata contestata da diversi creator che lavorano per le due piattaforme. Pubblicizzare dei giochi d’azzardo non è proprio un’idea positiva, visto che sono giochi che potrebbero anche portare a soffrire di ludopatia e che ci sono delle leggi che vietano queste pratiche. Dopo diverso tempo si è finalmente mossa l’AGCOM, che ha multato Google e Twitch per ben 2 milioni di euro.
In Italia è vietato pubblicizzare il gioco d’azzardo secondo l’articolo 9 del decreto-legge n. 87 del 12 luglio 2018 poi convertito nella legge 96 del 9 agosto 2018 c.d. “Decreto Dignità”. Con gli accertamenti, l’Autorità ha scoperto che c’erano ben 80 canali su YouTube e Twitch che infrangevano il Decreto Dignità, con più di 20 mila video caricati che pubblicizzavano giochi d’azzardo (non solo slot machine ma anche scommesse sportive e gratta e vinci).
I porovvedimenti dell’AGCOM
Google Ireland Ltd. e Twitch Interactive Germany GmbH sono ritenuti responsabili perché avevano un rapporto contrattuale con questi creator, quindi dovranno pagare delle sanzioni che ammontano rispettivamente a 2.250.000 e 900.000 euro. Tutti i video illeciti sono stati cancellati, e le autorità hanno ordinato alle piattaforme di impedire ai soggetti coinvolti di caricare video simili in futuro, come previsto dal Regolamento per i Servizi Digitali (DSA). Né Google né Twitch hanno ancora commentato la decisione dell’AGCOM.
Tra i creator che si sono esposti contro questi contenuti ci sono anche i ragazzi del Cerbero Podcast, che in passato fecero delle live dedicate a quest’argomento. Davide Marra ha condiviso la notizia nelle sue storie di Instagram, dicendo che loro sono anni che predicano “nel deserto”, mentre altri streamer e la piattaforma sembravano ignorare il Decreto Dignità, concludendo poi con “Si sono svegliati i Garanti, noi vi avevamo avvisato“.
Nel comunicato dell’Agcom viene inoltre fatto sapere che sono stati archiviati i procedimenti contro TikTok, visto che è stato confermato che non c’era alcun rapporto contrattuale tra la piattaforma e i 30 creator che hanno postato contenuti riguardanti il gioco d’azzardo.