A partire dagli ’10 del XIX secolo è in atto un inesorabile processo di digitalizzazione. Gli smartphone si sono presto imposti come strumenti essenziali per rimanere ancorati al mondo virtuale e interconnesso che ci circonda.
Se fino a 15 anni fa il cellulare era inteso dalla società come uno strumento utile all’uomo, ma non essenziale, oggi questo rappresenta un oggetto indispensabile per ogni persona che voglia rimanere in contatto con ciò che gli accade intorno. Pensateci, quanti di voi escono di casa senza portarsi appresso lo smartphone?
Eppure c’è qualcuno che sta cercando di opporsi, in un certo senso, alla spietata e irresistibile spinta digitalizzatrice. Alcune persone, infatti, hanno deciso di abbandonare gli smartphone, preferendo l’utilizzo di cellulari più basici, privi della possibilità di collegarsi ai vari social network che popolano il mondo del web.
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Addio smartphone, benvenuto feature phone
Questo tipo di “cellulare basico” di cui vi stiamo parlando è stato ribattezzato “feature phone” negli Stati Uniti, Paese in cui, in relativamente poco tempo, è riuscito a crearsi una propria nicchia di fedeli appassionati all’interno del ben più vasto mercato americano degli smartphone.
A differenza di un classico smartphone, un feature phone è capace di svolgere solo le funzioni essenziali di un cellulare: chiamare e inviare messaggi. Di conseguenza non è possibile usare questo tipo di cellulare per navigare su internet, vedersi un film su Netflix o qualche altra piattaforma di streaming o usare i propri social network preferiti.
Ed è proprio quest’ultima impossibilità ad aver convinto molte persone giovani, per lo più appartenenti alla Generazione Z (la generazione di coloro che sono nati a cavallo tra il 1997 e il 2012), a sostituire il proprio smartphone con questo tipo di telefono cellulare.
La Generazione Z vuole disintossicarsi dai social network
Per molti giovani i feature phone rappresentano lo strumento con cui riuscire a distaccarsi da quella che potremmo definire, seppur in un modo improprio, “dipendenza da social network”. Infatti, non è un segreto gran parte di questa categoria di persone tenda ad occupare i momenti di noia “scrollando” i feed su Facebook, guardando dei reel su Instagram o dei video su TikTok (o degli shorts su YouTube persino) o scorrendo le storie postate dagli altri su Instagram.
Queste attività, specie se ripetute per un lungo lasso di tempo, hanno acquisito in un certo senso dei caratteri ossessivi (fermo restando che, salvo rarissimi casi, ciò non costituisce un comportamento patologico). Quanti di noi sentono l’impulso irrefrenabile di controllare il proprio smartphone nel momento in cui ricevono una notifica?
Ebbene, alcuni si sono resi conto di non riuscire più a sopportare questa situazione e hanno deciso di liberarsi il giogo di questa nuova schiavitù digitale. Ironicamente, molte persone, sia Millennial, sia appartenenti alla Gen Z, hanno deciso di condividere le loro frustrazioni proprio sugli amati odiati social.
Per esempio, su TikTok è andato virale l’hashtag #bringbackfliphones ed è possibile trovare centinaia, se non migliaia, di video con cui gli utenti chiedono a gran voce il ritorno dei celebri telefoni a conchiglia.
Il fatto è decisamente ilare, se non addirittura ipocrita: i ragazzi che si auspicano questa sorta di ritorno alle origini sono i primi a fare uso di uno smartphone per condividere il proprio pensiero sui social e cercare di diventare virali.
Il mercato dei feature phone
In realtà, il mercato dei dumb phone (un altro nome per indicare i feature phone, in opposizione agli smartphone) può contare su fonti di domanda diverse dai quei Millennial o dagli appartenenti alla Generazione Z che hanno deciso di allontanarsi dai social network.
Stando ad un’analisi condotta da Counterpoint Research, società specializzata in indagini di mercato, esistono svariati motivi che portano un consumatore ad acquistare un feature phone in luogo di uno smartphone.
In primo luogo questo tipo di cellulare può essere acquistato per il già menzionato digital detox, oppure perché si vuole un cellullare a basso prezzo (magari per passare le vacanze all’estero senza dover cambiare SIM) o, ancora, per dotare i propri dipendenti di un aziendale senza spendere troppo soldi (i feature phone infatti raramente costano più di 100 dollari).
Nei soli Stati Uniti d’America i dumb phone rappresentano circa il 2% del mercato telefonico statunitense. La stessa analisi, inoltre, fa presente che quest’anno le vendite di feature phone rimarranno stabili, con un volume di vendita che si aggira intorno ai 2,8 milioni di unità. Viceversa, secondo gli analisti le vendite degli smartphone caleranno del 6%, con un volume che si ridurrà fino a 1,15 miliardi di pezza.
È ancora troppo presto per verificare la certezza delle previsioni fatte da Counterpoint Research (infatti, i dati finali di vendite, che saranno resi disponibili dalle varie società all’inizio del prossimo anno, dovranno essere acquisite ed accorpate dagli analisti), ma per il momento i dati sembrano indicare una progressiva diminuzione nella propensione di acquisto di smartphone, situazione che però appare istantanea e non idonea a durare nel tempo.