Il mondo degli anime non è esente dalle diatribe sulle AI, le quali stanno monopolizzando l’attenzione mediatica e l’opinione pubblica da diversi mesi, soprattutto nei confronti dell’arte e dell’etica dietro di essa.
C’è chi si schiera aspramente contro l’utilizzo di questa rivoluzione delle intelligenze artificiali sia per questioni legali che per questioni morali, mentre dall’altro lato c’è chi le “difende” sostenendo che esse siano meramente la nuova frontiera dello sviluppo tecnologico e che sia doveroso approcciarvisi in maniera propositiva.
Nel panorama dell’industria dell’intrattenimento giapponese abbiamo già avuto una testimonianza, per quanto prematura e acerba, di un utilizzo “istituzionalizzato” delle AI negli anime da parte di Wit Studio con il cortometraggio “The Dog and the Boy”, principalmente sfruttate per sostituire la fase di creazione dei layout ed il processo di produzione degli inbetween.
Come sforzo sperimentale per aiutare l’industria degli anime, la quale si trova in carenza di manodopera, abbiamo utilizzato la tecnologia di generazione delle immagini per creare gli sfondi di tutte le sequenze di questo video di tre minuti!
Le controverse dichiarazioni sulle AI negli anime
Come detto poc’anzi, la discussione riguardante AI e anime va avanti da parecchio tempo e se da un lato l’intento di facciata del progetto sopracitato di Wit Studio può essere considerato “nobile” (alleggerire il disumano carico di lavoro posto sui pochi animatori presenti nell’industria per consentirgli di concentrarsi su altri dettagli, considerati più importanti, a ritmi più sostenibili), vi sono anche le prese di posizione molto più controverse come quelle affermate in una recente intervista da Tomohisa Taguchi, regista di Bleach: Thousand-Year Blood War, e Keiichi Hara, regista di Colorful.
Taguchi si è limitato ad un approccio realista, sostenendo che le AI diventeranno sempre più diffuse nelle produzioni animate e che verranno, gioco forza, implementate anche nel processo di scrittura e sceneggiatura. Hara, al contrario, si espone sostenendo (quasi auspicando) che le AI potrebbero essere la soluzione agli “animatori pigri che non svolgono bene il proprio lavoro”. Nella sua dichiarazione, inoltre, egli sostiene che le intelligenze artificiali potrebbero diventare per gli artisti uno stimolo per migliorare e rinnovarsi.
Facendo una parafrasi più riassuntiva del discorso di Keiichi Hara (per approfondimenti leggere l’articolo di FullFrontal.Moe), egli sostiene che la stragrande maggioranza degli animatori sia pigra, senza talento e che venga pagata troppo rispetto alla qualità, o assenza di essa, del lavoro che consegnano. Questa presa di posizione è inaudita e irrispettosa; da un regista col suo talento e la sua carriera non ci si aspettava un approccio in questi termini.
Noi tutti sappiamo quanto la carenza di animatori sia un problema gravissimo nell’epoca moderna ed, inoltre, quest’ultimi sono soggetti a ritmi di lavoro e per stipendi esigui. Tutti questi fattori, oltre alla mala gestione da parte di chi sta in cima alla piramide (la 2°stagione di Jujutsu Kaisen è sotto gli occhi di tutti), portano gli staff e le schedule a dover correre ai ripari, dovendo spesso sacrificare la qualità pur di raggiungere una deadline fuori da ogni logica.
Incolpare, da parte sua, gli animatori per le condizioni del panorama in cui vivono è pressapochista e fallace. Pensare, inoltre, di sostituire artisti e menti creative con delle intelligenze artificiali che di artistico e creativo non hanno e non possono avere nulla è una gravissima mancanza di rispetto nei confronti di quelle persone che a più riprese ci hanno fatto innamorare di questo medium.
Un panorama dove la visione, il talento e persino i difetti intrinsechi vengono sostituiti dalla meccanizzazione diventa null’altro che una fabbrica senza arte né parte, votata unicamente al profitto.
Fonte: FullFrontalMoe