Rischio od opportunità? Mettere in mano a un ragazzino uno Smartphone di qualsiasi tipo può essere sia un vantaggio per introdurlo correttamente e sin da subito a un mondo sempre più tecnologico, in quella che può essere considerata un’educazione digitale a tutti gli effetti, sia uno svantaggio se prendiamo in considerazione i casi di dipendenza da internet, i pericoli del web e gli effetti di una prolungata esposizione sull’umore e sull’attenzione dell’infante.
L’analisi dei dati legati all’educazione digitale e dei suoi rischi in Italia è stata raccolta nell’edizione dell’Atlante intitolata Tempi Digitali e opportunamente diffusa dettagliatamente da Save the Children, nella quale viene sottolineata l’importanza di creare un ambiente digitale dove vengono presi fortemente in considerazione l’utilizzo responsabile della tecnologia, ma allo stesso tempo l’utilizzo inclusivo per dare una certa consapevolezza ai più giovani.
L’utilizzo di Internet e degli strumenti tecnologici rappresenta una sfida costante da cui scaturiscono dei risultati importanti e da cui si ottengono benefici, ma da cui possono scaturire anche dei pericoli legati al loro uso intensivo o alla negligenza nel compiere determinate azioni senza riflettere che possono arrecare pericoli, quali la violazione della privacy. Eppure avere competenze in questo campo è uno dei benefici più grandi dei nostri tempi, motivo per il quale offrire un’educazione digitale adeguata deve essere una cosa da non sottovalutare e da attuare con le giuste considerazioni.
I dati che sottolineano la necessità di un’educazione digitale
La situazione dell’utilizzo di strumenti tecnologici tra bambini e adolescenti in Italia potrebbe essere considerata nella norma, in quanto è innegabile che il mondo sia cambiato e le preferenze dei giovani siano mutate verso le tendenze di oggi, specialmente se consideriamo quanto esse vengano promosse dalle grosse aziende. Quello di cui bisogna preoccuparsi è la poca competenza in ambito digitale dei nostri giovani, ma anche il loro approccio a un mondo che può offrire delle serie opportunità.
Dopo la pandemia del CoVid-19, l’età di utilizzo di dispositivi come Smartphone e Tablet è diminuita ulteriormente, aumentandone l’uso drasticamente tra i 6 e i 10 anni, ma non per le giuste ragioni. Da 6 a 19 anni, internet viene utilizzato principalmente per la messaggistica, per il gaming e per i social, diminuendo fortemente l’interesse verso quella parte del mondo digitale che può risultare davvero utile per il loro futuro. Vediamo dunque alcuni dati tratti dall’edizione dell’Atlante sulla situazione giovanile tecnologica in Italia.
- Il 78.3% tra gli 11 e i 13 anni utilizza Internet quotidianamente, maggiormente tramite Smartphone
- L’età minima per accedere ai social media è 13 anni, ma il 40,7% dei giovani tra gli 11 e i 13 anni ne fa uso, maggiormente dalle giovani di sesso femminile
- Il 13.5% tra gli 11 e i 15 anni mostra un uso problematico dei social (le ragazze in particolare), mentre il 24% della stessa età mostra un uso problematico dei videogiochi (i ragazzi in particolare)
- Il 42% tra i 16 e i 19 anni ha una scarsa o nessuna competenza digitale, nonostante il quotidiano utilizzo di Internet
- A livello territoriale, c’è una discrepanza enorme per le competenze digitali, con il 50% dei ragazzi del Sud con una scarsa o nessuna competenza; più in linea con i valori medi europei per Centro e Nord
- L’Italia si piazza al quart’ultimo posto nella mappa europea sulle competenze digitali dei giovani tra i 16 e i 19 anni
- Solo il 27% degli italiani tra i 16 e i 19 anni possiede elevate competenze digitali, molto meno di altri Paesi, quasi la metà rispetto a Spagnoli (47%) e Francesi (50%)
- Il 47% degli adolescenti dichiara di passare più di 5 ore su internet
Da questi dati si evince la necessità di proporre un’educazione digitale più centrale, sia da parte dei genitori, sia da parte delle scuole. Ricordiamo infatti che entrambi sono responsabili nel mettere in mano ai giovani determinati dispositivi come Smartphone e PC (nel caso delle scuole per progetti o lezioni specifiche), cosa che dovrebbe aumentare di conseguenza il loro controllo quotidiano e un’istruzione adeguata sul loro utilizzo, specialmente nella fascia di età 6-15 anni. Il perché questi controlli siano fondamentali ce lo spiegano i dati.
L’uso dei Social Media può portare all’incontro con individui pericolosi, alla creazione di situazioni scomode e persino ad atti di cyberbullismo. Sono infatti in aumento i casi di quest’ultimo tra i bambini italiani tra gli 11 e i 13 anni, con le scuole impreparate ad affrontare questo tipo di situazioni. Come se non bastasse abbiamo parlato di dipendenza tecnologica e di un utilizzo prolungato di dispositivi come Smartphone, ed entrambi possono comportare dei rischi legati alla salute, quali problemi di sviluppo cognitivo, linguistico ed emotivo, ma anche ansia sociale, depressione, disturbo del sonno e calo del rendimento scolastico.
Scuola e Genitori devono essere consapevoli di quanto la loro posizione sia importante per prevenire molte di queste situazioni. L’Atlante suggerisce alcuni interventi utili in ambito educazione digitale, per esempio l’approccio congiunto di scuola e famiglia per prevenire i rischi legati all’uso intensivo di dispositivi digitali, ma anche per preparare i giovani al futuro, anche in ambito lavorativo, migliorando di conseguenza le competenze digitali. Eppure questa è una sfida quotidiana che spesso sfugge al proprio controllo, motivo per il quale forse promuovere un utilizzo responsabile, limitato e consapevole, nonché dedicare veri e propri insegnamenti al riguardo, potrebbe risultare la soluzione più semplice, ma allo stesso tempo la più efficace.