Tutti i novizi di internet sicuramente avranno partecipato almeno una volta a una video chat su qualche sito dedicato come rito di iniziazione. Omegle è storia, in 14 anni in cui è stato attivo il sito è stato al centro di tantissime discussioni, considerato da molti un punto di incontro particolarmente divertente dove passare il tempo, nonostante sia stato spesso luogo di situazioni anche spiacevoli.
Il lato buono di Omegle con spettacoli musicali, interazioni a sorpresa con personaggi famosi, ma soprattutto discussioni di cuore volte a migliorare l’autostima delle persone o far nascere nuove amicizie, si è contrapposto con il lato cattivo di Omegle, pieno di momenti di esposizione non voluti, situazioni di puro razzismo e discriminazione, anche nei confronti di minori i quali di conseguenza sono stati mal influenzati, imparando un gergo sbagliato, e in particolar modo pieno di quei personaggi, ormai divenuti meme su queste piattaforme, a cui piace mostrare il membro in webcam.
L’obiettivo di Omegle è sempre stato quello di alleviare la noia e la solitudine pacificamente, incontrando persone sconosciute tramite una video chat, anche brevemente, protetti dalla sicurezza di essere dietro un computer e di essere considerati anonimi dal sito per non essere rintracciati. Eppure le cose non sono andate sempre come previsto, portando la piattaforma a essere costantemente bersagliata da critiche e da attacchi, anche di tipo legale, stremando il suo fondatore, il quale ha deciso di chiuderla per sempre per dire addio allo stress provocato dagli utilizzatori della piattaforma.
La lotta di Omegle contro i malfattori
Per quanto si possa supporre che la piattaforma fosse interamente priva di controllo, effettivamente non era così, dato che nel tempo, il fondatore di Omegle si è visto costretto a reclutare numerosi moderatori per controllare tutto da dietro le quinte e bloccare l’accesso a determinati utenti, con l’aiuto inoltre dell’AI per le varie operazioni di moderazione. Tutto questo è stato molto utile per mantenere un certo controllo ma anche, che ci crediate o meno, per aiutare diversi casi di polizia riguardanti persone scomparse, stalking o abusi.
Eppure è utopico pensare di risolvere il problema alla radice soltanto con una buona moderazione, motivo per il quale spesso piattaforme come questa sono state bersaglio di attacchi mediatici e di accuse forti. Leif K-Brooks, fondatore di Omegle, ha dunque optato per la soluzione più drastica, sostituendo il suo intero sito con un messaggio di cuore verso tutti coloro che hanno supportato la piattaforma per tutti questi anni, raccontando cosa lo ha spinto alla sua creazione, l’esperienza complessiva e i motivi dietro questa drastica decisione. In sintesi, la società mira a prevenire i crimini, vietando l’incontro con sconosciuti online.
Insomma una vera e propria contrapposizione a quello che è lo scopo di Omegle, per il quale comunque Brooks ha continuato a battersi scendendo a compromessi, accettando volentieri le critiche e i feedback. Purtroppo però la cosa stava diventando insostenibile, sia a livello economico che a livello mentale. Nonostante il poco senso nel costringere a chiudere una piattaforma per “prevenire i crimini”, quando l’intero mondo di internet e dei social è costruito attorno a questo concetto, chiude una piattaforma storica, su cui si son fatti conoscere molti personaggi come YouTubers e su cui sono nate numerosissime vicende, amicizie e ricordi.