Continua la battaglia di Nicolas Cage e Tim Burton contro l’AI. Questa volta, a scatenare le polemiche, è il cameo di Cage in “The Flash” di Warner Bros, dove avrebbe dovuto interpretare un Superman immobile e sconvolto. Invece, andando a vedere il film, l’attore avrebbe visto una scena completamente diversa.
In una recente intervista che è possibile trovare per intero su Yahoo! Entertainment, Nicolas Cage ha espresso con forza la sua opinione negativa nei riguardi dell’intelligenza artificiale e del suo impiego nei film, chiamandola “disumana” e definendola un incubo personale. Sebbene sia necessario specificare che non ci sono conferme riguardo al fatto che il suo cameo in “The Flash” sia stato modificato tramite l’AI, Nicolas Cage ha rivelato che la sua scena sarebbe stata completamente cambiata.
Con un totale di circa tre ore sul set, Cage avrebbe dovuto rimanere semplicemente fermo in una “dimensione alternativa” ed assistere con orrore alla fine dell’universo, senza dialoghi o movimenti. “Dovevo esprimere tutto ciò con i miei occhi. E così ho fatto“. Andando però a vedere il film, si sarebbe visto combattere un gigantesco ragno in una CGI poco credibile, forse in riferimento al film del 1998 di Tim Burton “Superman Lives”, che alla fine non fu mai prodotto.
I commenti di Tim Burton
La versione dell’Uomo di Ferro di Cage, prevista inizialmente nell’ultima parte degli anni ’90, venne bocciata dopo due anni di pre-produzione, lasciando una grossa cicatrice nella carriera cinematografica di Tim Burton, regista del film mai nato. Pur affermando di non avere rimpianti al riguardo, vedendo il cameo di un Cage ringiovanito artificialmente in “The Flash”, Burton avrebbe paragonato quelle scene ai film ed ai personaggi modificati con l’intelligenza artificiale degli ultimi anni.
Al riguardo, si sarebbe detto in una silenziosa protesta che dura da diverso tempo, in quanto Disney e Warner Bros. potrebbero fare ciò che vogliono con l’immagine degli attori, una volta resi “loro schiavi“. Potrebbero ad esempio, avrebbe detto, prendere il tuo lavoro di una vita e renderlo culturalmente improprio.
Già nel settembre di quest’anno, Tim Burton si era scagliato contro il ricreare con l’AI i personaggi Disney nel suo stile protetto da copyright. In un’intervista a The Indipendent avrebbe detto:
Mi riporta alla mente quando delle specifiche culture chiedevano di non scattargli delle foto perché avrebbe ‘portato via la loro anima’. Perché è questo che fa: ti succhia via qualcosa della tua essenza. Ruba dalla tua anima e dalla tua psiche; è veramente inquietante, specialmente se nel suo mirino ci sei tu. È come se un robot rubasse ciò che ti rende umano, la tua anima.