Ancora una volta, la famosa scrittrice J.K. Rowling è al centro del dibattito pubblico. Questa volta il fuoco della controversia è acceso da una sua recente affermazione su X. L’autrice di Harry Potter ha respinto l’affermazione “le donne trans sono donne”, suscitando una valanga di critiche online. Ma questa non è la prima volta che l’autrice finisce sotto i riflettori per questioni legate ai diritti delle persone trans.
Il tweet di Rowling è stato conciso ma chiaro: “No”. La reazione è stata rapida e intensa, con commenti che vanno dalla critica alla condanna diretta. Un utente le ha scritto, “Votiamo laburista, e fatti due anni!“. Il riferimento è alla proposta laburista di rendere gli abusi transfobici equiparabili ai crimini di odio razziale o religioso, punibili con fino a due anni di carcere in Gran Bretagna.
La risposta della scrittrice non si è fatta attendere. Ha dichiarato che sarebbe disposta a “farsi due anni” piuttosto che essere costretta a rinunciare alla sua libertà di espressione.
I'll happily do two years if the alternative is compelled speech and forced denial of the reality and importance of sex. Bring on the court case, I say. It'll be more fun than I've ever had on a red carpet.
— J.K. Rowling (@jk_rowling) October 17, 2023
J.K. Rowling, pronta al carcere dal 2020
L’enorme polemica ha avuto inizio nell’estate del 2020, quando J.K. Rowling ha postato su Twitter una serie di commenti riguardanti la salute mentale, gli ormoni e la transizione di genere. Ha espresso la sua preoccupazione che alcuni giovani potrebbero essere indirizzati verso percorsi medici irreversibili che potrebbero compromettere la loro fertilità e la piena funzione sessuale. Questi commenti hanno sollevato un gran numero di critiche, con molti che accusano l’autrice di propagare una nuova forma di “terapia di conversione“.
Il dibattito sulle opinioni di J.K. Rowling e i diritti delle persone trans è lontano dall’essere risolto. Come spesso accade in questi casi, la discussione si è trasformata in una battaglia culturale e politica più che in un dialogo costruttivo che ha visto ad esempio la nascita di movimenti per boicottare i prodotti – anche derivati – della Rowling come il sito visto nascere al lancio di Hogwarts Legacy.