L’ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale Giuliano Amato sarà ancora una volta presidente, ma in un ruolo completamente diverso dal precedente. Per il giurista ottantacinquenne inizia una nuova avventura alla guida della commissione fortemente voluta dal governo Meloni per valutare l’impatto delle Intelligenze Artificiali nel settore dell’editoria e dell’informazione.
Alberto Barachini, sottosegretario del governo con delega all’editoria, ha annunciato nella giornata di ieri la nascita di questo Comitato presso il Dipartimento dell’Informazione e l’Editoria, che sarà formato principalmente da esperti e professori universitari. “È cruciale analizzare a fondo l’utilizzo, lo sviluppo e le ricadute dell’intelligenza artificiale nel settore editoriale e dell’informazione” ha dichiarato.
Il compito di Giuliano Amato sarà quello di redigere una relazione da consegnare poco dopo il 24 ottobre (data di inizio dei lavori) al governo che, con essa, si presenterà ai confronti europei e internazionali. Sui social, intanto, sono in molti a far notare che non si è a conoscenza di particolari competenze di Amato in questo ambito, e che forse sarebbe stato meglio eleggere qualcuno di anagraficamente più vicino all’era digitale.
L’importanza della Commissione Algoritmi di Giuliano Amato
Viviamo ormai in un mondo in cui un Comitato per stabilire l’impatto che le Intelligenze Artificiali hanno sulla nostra vita quotidiana non è solo importante, ma necessario. Solo nello scorso mese abbiamo trattato di come ChatGPT stia facendo innervosire gli scrittori che vedono il loro stile perfettamente ricalcato da un’IA, di come un robot sia diventato CEO di un’azienda e delle proteste dell’Unesco in merito.
E questa è solo la punta dell’iceberg. Di una parte ancor più piccola dovrà occuparsi la Commissione Algoritmi guidata da Giuliano Amato, a partire dal 24 ottobre. Il team, composto prevalentemente da docenti universitari con l’aggiunta di tre esperti del settore AI e editoria, dovrà ascoltare il parere della Federazione Nazionale Stampa Italiana, dell’Ordine dei Giornalisti nazionale, e quello degli altri principali stakeholder prima di redigere la relazione.
Riuscirà questo Comitato a stilare una lista che affronti i problemi attuali dei rischi delle AI nel mondo dell’editoria senza scadere nell’allarmismo tipico di una generazione non “nativa digitale“? Dai risultati di questa relazione che l’Italia porterà di fronte all’Europa, potrebbe nascere una nuova era in cui le Intelligenze Artificiali saranno regolamentate ed al servizio di tutti, e non più demonizzate e temute.